Sono state identificate tutte e 21 le vittime della strage di Mestre, tra di loro ci sono anche diversi bambini tra cui un neonato e una donna in stato di gravidanza.
I feriti invece sono stati identificati solo in parte, per 13 di loro è stato possibile risalire all’identità mentre sugli ultimi due ci sono ancora accertamenti in corso.
Il bilancio delle vittime della strage di Mestre è di 21 persone, di cui 4 sono di nazionalità rumena e 9 sono invece di nazionalità ucraina.
Ci sono poi tre persone di nazionalità tedesca, due che provenivano dal Portogallo, un croato, un sudafricano e il conducente del bus un italiano di nome Alberto Rizzotto.
Per quanto riguarda i feriti invece sono state identificate solo 13 persone su 15. Cinque di loro sono di nazionalità ucraina, quattro invece sono tedeschi, ci sono poi due spagnoli, un croato e una persona di origini francesi.
Attualmente sono ancora in corso gli accertamenti sugli altri due feriti che dovrebbero essere una cittadina di nazionalità ucraina e un cittadino di nazionalità tedesca.
Tra le vittime della strage ci sono anche dei bambini, uno di loro era un neonato di pochi mesi, poi un bambino di 12 anni e una ragazza sempre minorenne.
Una delle donne presenti tra le vittime sarebbe la madre di due bambine, una di tre anni e l’altra di 13, che sono state ricoverate presso un ospedale di Treviso, entrambe sono in gravi condizioni.
C’era poi tra le vittime una coppia appena sposata, lei era in stato di gravidanza e ha perso la vita, lui si trova ricoverato in ospedale in gravi condizioni.
Tra i feriti la più grave sarebbe una bambina di 4 anni che si trova ricoverata in terapia intensiva presso l’ospedale di Padova. La bambina è in condizioni critiche a causa delle gravi ustioni che ha su tutto il corpo.
Massimo Fiorese, amministratore delegato dell’azienda del pullman, Linea Spa, ha rilasciato alcune dichiarazioni a LaPresse.
Ha infatti reso noto di aver visto alcune immagini di una telecamera che si trova fissa sul cavalcavia, si vede il bus arrivare a una velocità inferiore ai 50 chilometri orari, e si vedono accedersi gli stop.
Quindi il mezzo avrebbe frenato, poi si vede il bus che si “appoggia” al guardrail ed è in quel momento che si ribalta cadendo giù.
Ha poi voluto precisare che il pullman non ha preso fuoco come è stato riportato inizialmente ma avrebbe fatto qualche fiammella. Trattandosi di una vettura elettrica se avesse preso fuoco la tragedia sarebbe stata ancora più grave.
Renato Boraso, assessore comunale, ha dichiarato all’Ansa che c’era un progetto di più di 6 milioni di euro per ristrutturare il cavalcavia, e nel progetto era incluso un nuovo guardrail e la modifica del parapetto.
Gli inquirenti al momento non escludono nessuna pista, neanche quella che sia possibile che nell’incidente fosse convolta anche un’altra vettura.
L’ipotesi più accreditata al momento rimane però quella del malore dell’autista. Le autorità ieri mattina hanno sequestrato le scatole nere del mezzo per reperire ulteriori dettagli.
La Procura di Venezia ha deciso di aprire un’indagine pe reato di omicidio plurimo stradale. Da quanto dichiarato da Bruno Cherchi, procuratore di Venezia, sarà fondamentale l’autopsia sull’autista questo permetterà realmente di capire se ha avuto un malore.
Ha poi fatto presente, durante la conferenza stampa, che non risultano segni di frenata o contatti con altri mezzi. Ha confermato che non c’è stato nessun incendio né nessuna perdita di gas dalle batterie al litio presenti nel mezzo.
Secondo le testimonianze di chi ha assistito alla tragedia il bus non procedeva ad alta velocità anzi andava piano.
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