Una strage di migranti al confine con il Messico un video inchioda i sorveglianti, le immagini mostrano i secondi bloccare le uscite, impedendo alle persone di uscire.
Morte 39 persone, 29 sono i feriti alcuni dei quali hanno riportato ustioni gravi, questo è il bilancio dell’incendio che ha coinvolto il centro per migranti presente a Ciudad Juárez.
Tra la notte di lunedì, 27 marzo, e martedì, 28 marzo 2023, un incendio è divampato all’interno del centro di migranti presente nella città di Ciudad Juárez che si trova al confine tra Messico e Stati Uniti d’America.
Un video che è stato recuperato mostra i responsabili della strage che ha portato a 39 morti e 29 feriti alcuni dei quali hanno riportato ustioni gravi. Una tragedia che poteva essere evitata.
Il video, la cui veridicità è stata confermata anche da Adan Augusto Lopez, ministro dell’Interno, mostra due agenti intenti a bloccare le uscite del centro dopo lo scoppio dell’incendio.
I secondini, che sono dipendenti dell’Inm, Istituto nazionale delle migrazioni, così facendo hanno impedito alle persone all’interno di uscire.
Il video dura circa mezzo minuto ed è la cronaca in tempo reale di ciò che è avvenuto nella strage che sembra fosse premeditata.
Le immagini mostrano che da una cella fuoriescono le fiamme che rilasciano fumo grigio e denso all’interno della struttura. Dall’interno un uomo tenta di aprire un cancello, che sembra essere chiuso a chiave, prendendolo a calci.
Dall’altra parte ci sono i secondini che si allontanano in fretta dando le spalle ai migranti in pericolo di vita.
Gli ultimi secondi del video mostrano le fiamme che si propagano all’interno dell’edificio con il fumo che diviene insostenibile. La ripresa video sta facendo il giro del mondo ed ha scatenato accuse importanti sulla negligenza delle autorità messicane.
Su ciò che è successo quella notte ci sono ancora numerosi dubbi. Alcune fonti riportano che sono stati gli stessi migranti ad appiccare l’incendio per protesta.
Il video però smentisce quanto riportato dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador che aveva spiegato che i migranti non erano riusciti a fuggire a causa di alcuni materassi che erano stati collocati lungo le uscite delle celle.
La maggior parte dei migranti presenti nella struttura erano provenienti dall’America Centrale e dal Venezuela.
28 delle 39 vittime erano di origine guatemalteca, lo riporta l’istituto nazionale per la migrazione del Guatemala.
Altre 13 vittime erano invece scappate dal loro Paese e lo riporta il Ministro degli steri dell’Honduras.
In questi anni Stati Uniti e Messico si confrontano con un numero elevato di migranti che attraversano la frontiera e più volte gli attivisti avevano segnalato le pessime condizioni e il sovraffollamento nei centri di detenzione.
Il segretario generale Guterres ha chiesto un’indagine approfondita su quanto è accaduto e a renderlo noto è il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric.
Nei prossimi giorni perciò verrà fatta maggiore chiarezza su quanto avvenuto in quella notte.
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