Le vittime della strage di Orlando erano ragazzi e ragazze come tanti. Si trovavano al locale gay, il Pulse Club, per ballare e divertirsi. Come chiunque vada in discoteca. Ma sono diventati le vittime della follia di Omar Mateen che, alle 2 di domenica 12 giugno, ha commesso una delle peggiori stragi avvenute nella storia degli Stati Uniti, come ha affermato il capo della polizia di Orlando. Tra le vittime Eddie Justice, il ragazzo che ha inviato sms alla mamma prima di morire.
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Eddie Jamoldroy Justice, 30 anni, è riuscito a nascondersi in bagno e a lanciare l’allarme, mentre il terrorista faceva irruzione nel locale e apriva il fuoco, uccidendo almeno 50 persone. Questo lo scambio di messaggi tra lui e la mamma. Gli ultimi istanti della sua vita. Non servono commenti.
“Mamma, ti voglio bene, nel locale stanno sparando. Sono intrappolato nel bagno”.
“Stai bene? Che locale?”.
“Pulse, in centro, chiama la polizia”.
Poco dopo, ancora lui: “Sto per morire”.
“Quale bagno?”.
“Ci ha preso. È nel bagno con noi. Nel bagno delle donne”. È stato questo l’ultimo messaggio.
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Le altre vittime
L’Fbi ha poi confermato che Eddie è tra le vittime della strage di Omar Mateen. Insieme a lui, tra gli altri, Luis Daniel Wilson-Leon e Jean Carlos Mendez Perez. 37 anni il primo, 35 il secondo. Erano fidanzati e hanno trovato la morte insieme. Eric Ivan Ortiz-Rivera, 36 anni, è stato uno dei primi a essere ucciso e identificato. Sposato da un anno, viveva a Orlando con il marito. “Era appassionato di interior design, era molto artistico. In famiglia si rivolgevano tutti a lui per consigli di design. Gli piaceva ballare, la sua musica preferita era la house”, dice di lui il cugino Orlando Gonzalez.
Poi c’è il 34enne Edward Sotomayor Jr., una delle prime vittime di cui l’autorità ha diffuso l’identità. Di lavoro organizzava crociere ed eventi gay. “Era un ragazzo solare, sempre pronto a divertirsi”, ha detto di lui il cugino David.
Stanley Almodovar III era dipendente di una ditta farmacologica di Springfield, Massachusetts, dove era nato. Juan Ramon Guerrero, 22 anni, era in Florida per studiare all’università. Lavorava anche in una società di telemarketing. “Era molto legato alla famiglia. Non era tipo da feste, preferiva rimanere a casa con i suoi nipotini” ha raccontato il cugino. Proprio sabato notte aveva deciso di andare a ballare. Luis Vielma, 22 anni, aveva lavorato nel parco divertimenti di Harry Potter in Florida. Sono arrivate alla famiglia le condoglianze di J.K. Rowling, madrina della saga del mago.
Giovanissimo anche Luis Omar Ocasio-Capo, 20 anni, ballerino e commesso. “È una cosa molto triste che la sua vita sia stata spezzata da una persona così malvagia. Pregate per la sua famiglia”, hanno scritto sui social gli amici. 20 anni come Peter Gonzalez Cruz che, dopo aver conseguito il diploma in un liceo di Orlando, era stato assunto da Ups.
“Hai sempre illuminato tutti con il tuo sorriso”, ha scritto sul profilo Facebook di Kimberly Morris un suo amico. Il 37enne, nato in Connecticut ma da tempo a Orlando, è una delle vittime della strage. E ancora Anthony Luis Laureano Disla, 25 enne che aveva studiato all’Università del Sagrado Corazon. Prima di arrivare a Olando aveva vissuto a Puerto Rico. Amanda Alvear aveva 25 anni. Dopo gli studi scientifici aveva un sogno: lavorare come infermiera. Stessa età del portoricano Gilberto Ramon Silva Menendez, impiegato nel settore vendite della Speedway. Loro e tanti altri non ci sono più.
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