In occasione del 50º anniversario della strage, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori davanti alla stele che ricorda i caduti in piazza della Loggia a Brescia.
Nei prossimi giorni si aprirà il processo a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, accusati di aver piazzato l’ordigno mortale.
Cinquanta anni fa la strage di Piazza della Loggia
La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico di matrice neofascista compiuto il 28 maggio 1974 nella città Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Durante una manifestazione contro il terrorismo neofascista, una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere, provocando la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue. In seguito, una persona morì a causa delle ferite, portando il numero totale dei decessi a nove. Questo tragico evento è considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo in Italia, insieme ad altre stragi come quella di piazza Fontana nel 1969, quella del treno Italicus nel 1974 e quella di Bologna nel 1980.
Le ragioni dietro questo attacco non sono mai state completamente chiarite, ma ci sono alcune ipotesi che meglio delineano il contesto storico in cui si sono registrati i fatti. Gli anni ’70 in Italia furono caratterizzati da tensioni politiche e sociali. Il Paese era coinvolto in una lotta tra estremisti di sinistra e di destra, con gruppi armati che cercavano di influenzare la politica e la società. La strage di piazza della Loggia fu la risultanza di questa lotta tra fazioni politiche opposte.
Secondo chi condusse le indagini, l’attentato sarebbe stato compiuto da gruppi neofascisti e di estrema destra. Questi gruppi erano noti per la loro violenza e il loro disprezzo per le istituzioni democratiche. L’obiettivo era quello di destabilizzare il Paese e infondere paura nei cittadini. Alcune teorie, che non hanno mai trovato riscontro nelle indagini, suggeriscono che ci fosse un coinvolgimento dei servizi segreti italiani o stranieri nell’attentato.
Le condanne e il nuovo processo
Dopo un lungo iter processuale, nel 2017, sono stati condannati all’ergastolo per strage e per concorso in strage due individui ritenuti responsabili dell’attentato: Carlo Maria Maggi, dirigente di Ordine Nuovo, considerato il mandante, e Maurizio Tramonte, militante e informatore del Sid (il servizio segreto militare), che aveva preso parte alle riunioni organizzative dell’attentato.
Di recente, la Procura ha fatto i nomi di altri due presunti complici: Roberto Zorzi e Marco Toffaloni. Si ipotizza che possano aver preso parte ai fatti di piazza della Loggia come esecutori materiali, piazzando l’ordigno mortale. Il processo per Roberto Zorzi si aprirà il 18 giugno in Corte d’Assise, mentre per Marco Toffaloni, che all’epoca aveva appena 16 anni, si aprirà il 30 maggio.