Alessandro Maja, l’uomo accusato della strage di Samarate (Varese) in cui furono massacrate moglie e figlia 16enne nel maggio 2022, avrebbe rinunciato all’eredità.
Secondo quanto appreso dall’Ansa, che ha raccolto le dichiaazioni dell’avvocato dell’imputato, Gino Colombo, i soldi andranno al figlio unico sopravvissuto alla carneficina, Nicolò Maja.
Alessandro Maja rinuncia all’eredità dopo la strage di Samarate
Alessandro Maja, l’uomo accusato di aver sterminato la famiglia nella strage consumatasi nel maggio 2022 nella sua casa di Samarate, in provincia di Varese, ha deciso di rinunciare all’eredità della moglie, Stefania Pivetta, morta insieme alla figlia 16enne nel massacro.
Lo ha detto all’Ansa lo stesso avvocato di Maja, Gino Colombo, spiegando che la scelta del suo assistito sarebbe maturata lo scorso 8 maggio durante l’udienza con il giudice tutelare per la nomina di “un amministratore di sostegno per i suoi beni“.
Proprio in quell’occasione, secondo quanto riferito dal legale dell’imputato, Alessandro Maja avrebbe rinunciato all’eredità della moglie uccisa e avrebbe espresso la volontà di dare immediatamente al figlio Nicolò, unico sopravvissuto alla sua furia omicida, 15mila euro per le cure.
La difesa dell’imputato: “Criticità nella perizia sulle sue capacità”
Il prossimo 19 maggio, riporta l’agenzia di stampa, si discuterà in aula l’esito della perizia depositata dall’esperto incaricato dalla Corte d’assise di Busto Arsizio (Varese) in cui sarebbe rilevata la capacità di Alessandro Maja di subire un processo.
A tale proposito, spiega ancora Ansa, l’avvocato Colombo avrebbe evidenziato “criticità” di cui discutere in merito alle “conclusioni che lo definiscono affetto da ‘un disturbo di personalità che però non influisce sulla sua capacità di stare in giudizio“.
Il figlio Nicolò Maja unico sopravvissuto al massacro
Nicolò Maja, 22 anni, è l’unico sopravvissuto alla strage di Samarate compiuta da suo padre, Alessandro Maja, e ancora oggi combatte per tornare alla sua vita di sempre dopo le gravissime ferite riportate nell’aggressione.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno, in una nuova lettera dal carcere Alessandro Maja si sarebbe rivolto al ragazzo dopo l’incontro di quest’ultimo con i suoi idoli, i calciatori del Palermo.
“Vorrei salutarti per l’ultima volta“, avrebbe scritto l’imputato al 22enne, esprimendo il desiderio di rivederlo durante l’udienza del processo a suo carico fissata per il 19 maggio prossimo davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio.
Non è la prima missiva che Alessandro Maja firma dalla sua cella dopo l’arresto a seguito della strage di Samarate.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato lui, la notte fra il 3 e il 4 maggio 2021, a sorprendere la famiglia nel sonno a colpi di martello e altri oggetti.
Dopo aver colpito moglie e figlia minore, l’uomo avrebbe rivolto la sua furia contro il figlio Nicolò, l’unico a salvarsi in quell’inferno.
Più volte il giovane ha chiesto al genitore, attraverso le sue interviste, il motivo di una simile atrocità.
Secondo la relazione del perito incaricato dal tribunale, lo psichiatra Marco Lagazzi, Alessandro Maja sarebbe capace di intendere e volere e quindi di sostenere un processo per duplice omicidio e tentato omicidio come quello che lo vede imputato.
La difesa avrebbe invece puntato sulla carta dell’infermità mentale, tesi che si scontra con la lettura dell’esperto nominato dalla Corte secondo cui il disturbo di personalità di cui Maja soffrirebbe non avrebbe inciso nella capacità all’epoca dei delitti.