La Procura di Busto Arsizio ha chiesto la condanna all’ergastolo per Alessandro Maja, l’uomo che nel maggio dello scorso anno uccise la moglie, la figlia di 16 anni e ferì gravemente il figlio maggiore, unico superstite della strage di Samarate.
È fissato per il 21 luglio il verdetto della Corte d’Assise del Tribunale di Busto sul caso in questione e capire se verrà accettato l’ergastolo per l’imprenditore Alessandro Maja.
Il prossimo 21 luglio si sapranno le sorti di Alessandro Maja, accusato di aver ucciso nel maggio dello scorso anno la moglie e la figlia di 16 anni. Il pm Martina Melita per lui ha chiesto l’ergastolo. Unico superstite alla strage di Samarate il figlio maggiore, Niccolò, il quale oggi è sulla sedie a rotelle a causa delle ferite riportate.
“Spero che la giustizia faccia il suo corso e gli venga data la pena che merita”.
Queste le parole di Niccolò Maja, dichiarate oggi ai giornalisti, il quale non crede all’incapacità di intendere e di volere del padre.
È trascorso più di un anno dalla strage di Samarate. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2022 in provincia di Varese, un noto e stimato imprenditore, Alessandro Maja, uccise la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia di 16 anni e ferì gravemente il figlio maggiore Niccolò, unico superstite della strage.
Il giovane, oggi è costretto in una sedia a rotelle a causa delle ferite riportate e nel giro di un anno si è dovuto sottoporre a una serie di interventi chirurgici. Alessandro Maja, architetto e designer di interni, aveva colpito a martellate sia la moglie che la figlia, mentre queste dormivano.
Il figlio maggiore di 24 anni è riuscito a fuggire e ad allertare i vicini. L’imprenditore di 57 anni, dopo aver commesso l’omicidio, aveva tentato di uccidersi a sua volta dandosi fuoco. La mattina seguente la strage era stato ritrovato nel giardino della sua villa di Samarate, sporco di sangue e in stato confusionale.
Sottoposto ad una perizia psichiatrica era stato giudicato capace di intendere e di volere, confessando l’omicidio e di aver colpito il figlio maggiore con la convinzione che fosse morto.
Alessandro Maja era stato accusato di duplice omicidio aggravato e tentato omicidio. La parte civile ha chiesto un risarcimento di 3 milioni di euro per i familiari delle vittime, mentre i legali della carneficina hanno presentato il vizio parziale di mente e l’esclusione dell’aggravante della crudeltà.
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