Una scena raccapricciante quella che si sono trovati davanti i poliziotti a Roma, in un appartamento di via Carlo Felice, nel quartiere di San Giovanni: una donna impiccata in una stanza, in un’altra due bambini già morti e un terzo ferito gravemente. Le vittime, Khadija El Fatkhan, 42 anni e i suoi figli di 9 e 3 anni, sono tutte di origine marocchina. Varie le ipotesi al vaglio degli inquirenti, tra cui quella dell’omicidio-suicidio che sta prendendo piede. Secondo gli inquirenti, la strage avrebbe fatto parte di un piano messo a punto dalla donna che da tempo avrebbe sofferto di stress di natura depressiva. Il marito della donna, un uomo di 43 anni, è stato rintracciato dagli agenti dopo la tragica scoperta: era ricoverato in ospedale perché ferito dalla moglie con una coltellata la sera prima della strage. Nell’appartamento la scientifica, sotto la supervisione del Pm romano Francesco Minisci, ha ritrovato una mannaia sporca di sangue e un coltello, ritrovato in bagno, anch’esso insanguinato.
“Un mattatotio“; così hanno descritto l’appartamento i barellieri che hanno portato via i corpi. La prima ricostruzione fatta dagli inquirenti racconta di una tragedia familiare, una strage, compiuta dalla donna. La sera prima aveva litigato con il marito e lo aveva colpito con un coltello: l’uomo si era recato in ospedale per farsi medicare la ferita, che continuava a saguinare, e non aveva detto nulla dell’incidente per protegge la moglie. “Mi hanno colpito per strada“, ha dichiarato inizialmente; poi, raggiunto dagli agenti in ospedale, è crollato. “Non immaginavo finisse così“, ha detto disperato tra le lacrime.
Era stato lui la mattina a chiamare la moglie, senza ricevere risposte: allarmato, aveva chiesto a un amico di controllare che tutto andasse bene. Invece, la tragedia si era già consumata: l’amico ha trovato la donna impiccata in bagno e, in un’altra stanza, i corpi dei due bambini di 9 e 3 anni già morti, straziati dalle coltellate; la piccola, di 5 anni, respirava a fatica nonostante le numerose ferite. Ricoverata e operata, ora è stabile anche se per le sue condizioni non è ancora fuori pericolo.
La famiglia abitava in Italia da 10 anni e in molti nella palazzina li conoscevano: minuta e senza velo, la donna era attiva nel quartiere, sempre attenta e amorevole nei confronti dei figli. Una vicina ha raccontato di averla vista cambiata negli ultimi tempi, aveva iniziato a portare il velo, ma nulla di più: nessuno però immaginava che potesse compiersi una tale tragedia.