Strage in Turchia: ‘perché non je suis Ankara?’ Lo sfogo diventa virale sul web

Attacco Turchia funerale vittime attentato ad Ankara

Non è la prima volta che di fronte alle stragi e alle vittime di attentati terroristici i social addicted si levano in coro facendo aumentare l’ondata di indignazione e mostrando solidarietà e a tratti compassione e fratellanza verso il genere umano colpito da tanta violenza. E’ successo dopo l’attentato alla sede della rivista satirica Charlie Hebdo, è successo dopo la strage al Bataclan di Parigi, è successo a Londra, a New York… accade per i morti in occidente, insomma, mentre delle stragi quotidiane che avvengono ”nel sud del mondo’, in Africa come in Medio Oriente, nessuno sembra preoccuparsene. Come se ci fossero vittime di serie A e vittime di serie B.

E proprio dopo l’autobomba che ha provocato almeno 37 vittime ad Ankara, sul web è diventato virale un messaggio lanciato da un cittadino britannico che vive nella capitale turca da oltre un anno e ha voluto condividere con i suoi amici occidentali una riflessione: ”Siete stati Charlie, siete stati Parigi. Sarete Ankara?” chiede James Taylor.

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For those who do not know Turkey, or who distance themselves from these attacks, maybe this will open your eyes.The…

Pubblicato da James Taylor su Domenica 13 marzo 2016

Il suo post ha ricevuto decine di migliaia di condivisioni e commenti. Ma nonostante la mobilitazione del popolo alla tastiera, il dato resta: in occidente il razzismo è strisciante, quando non si palesa, e impedisce di guardare oltre al proprio orticello con il risultato che non tutte le vittime hanno gli stessi diritti. L’invito di James Taylor a guardare alla strage in Turchia con la stessa empatia provata per ”attacchi avvenuti a Londra, a New York, a Parigi” è certamente giusto e condivisibile. Ma quanti di coloro che hanno condiviso il post hanno veramente il coraggio di riflettere sulle cause che alimentano il terrorismo, sulle responsabilità dell’occidente circa l’aumento del fondamentalismo e dell’estremismo in un mondo che finge di essere in pace, ma che in realtà è in preda alla destabilizzazione e alla violenza di chi vuole il potere per se’, ad ogni costo.

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