Da una intercettazione emersa nel corso dell’indagine “Blu Notte”, si è scoperto un dettaglio molto grave riguardo il crollo del Ponte Morandi.
Sembra che un camion precipitato nel momento in cui il ponte è crollato contenesse 900 chili di hashish. Questo ha portato all’arresto di 48 persone nella giornata di ieri e sembra che siano coinvolte ‘Ndrangheta e Camorra.
Un camion con 900 chili di hashish rimase coinvolto nel crollo del Ponte Morandi di Genova, avvenuto nel 2018. Il carico valeva milioni di euro, al punto che sia la Camorra che la ‘Ndrangheta provarono a recuperarlo in ogni modo.
L’indagine “Blu Notte” ha fatto scattare 48 arresti che hanno raggiunto i componenti di clan calabresi. Le intercettazioni ambientali che hanno consentito queste misure cautelari risalgono al marzo del 2020 e nel discutere i traffici di stupefacenti, il boss Palaia del clan Bellocco di Rosarno e il suo braccio destro Caminiti, facevano riferimento a un cargo frigo imbottito di droga, rimasto coinvolto nel triste evento di Genova.
I dettagli dell’indagine sono stati resi noti nell’ordinanza emessa dal gip Vincenza Bellini. L’attenzione è caduta su una particolare telefonata in cui Francesco Benito Palaia dichiarava che il furgone era stato confiscato e spostato a Frosinone, dove c’era la possibilità di andare a recuperare il carico.
Il quantitativo di droga valeva milioni di euro, destinati ai malavitosi campani e secondo le parole del boss che è in carcere dal 13 dicembre, i clan di Secondigliano e Scampia gli avevano proposto di recuperare l’hashish, pensando che i destinatari della consegna l’avessero data per persa.
In cambio di questo “favore” ci sarebbe stata una partizione del 50% della merce.
Data l’esperienza nel settore di recupero, Rosario Caminiti era la persona giusta per fare ciò, infatti si organizzava di fargli portare la carcassa del mezzo fino in Calabria e lui stava solo attendendo il via libera per dare inizio all’operazione.
Durante le intercettazioni vengono fornite informazioni per individuare il mezzo precipitato, descritto come un camion di colore giallo con una cella frigorifera, caduto in posizione orizzontale e poi sovrastato da un’altra macchina.
Poi, il boss 49enne affermava di voler “fottere” coloro che pensano che il carico non ci sia più. Inoltre, riferiva che l’autista del camion si sarebbe salvato proprio per la modalità in cui il mezzo è caduto, stessa cosa vale per coloro che si trovavano all’interno della macchina che poi gli era precipitata sopra.
Secondo i magistrati, il boss in quel periodo era ai domiciliari ma nonostante ciò era stato ingaggiato dai clan per recuperare il carico e quindi concludere con loro l’affare.
A tal proposito, Palaia ha spiegato al suo interlocutore di conoscere una persona che lavora nei Castelli Romani e che dispone di un pullman per trasportare il carico.
“la cella frigo è deformata, quindi possiamo fasciarlo e rafforzare l’imbragatura ogni 200 chilometri così da essere sicuri che non si apra durante il trasporto”
così si conclude la telefonata e ancora non è stato reso noto se l’operazione sia poi andata a buon fine.
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