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Stragi di Parigi, identificati due complici di Salah Abdeslam: uno è l’artificiere degli attentati

L’Europa ripiomba nel terrore con il duplice attentato terroristico a Bruxelles, arrivato a pochi giorni di distanza dall’arresto di Salah Abdeslam. Da subito è scattata la caccia ai complici del terrorista delle stragi di Parigi: le bombe all’aeroporto di Zaventem e quelle nella metro di Maalbeek potrebbero essere legati proprio a loro. Il primo è Mohamed Abrini, 31 anni, che era stato filmato dalle telecamere di una pompa di benzina la sera dell’11 novembre, due giorni prima degli attentati. Il secondo è Najim Laachraoui, 25 anni, considerato dalle autorità come l’artificiere degli attentati nella capitale francese: tracce del suo Dna sono state ritrovate su almeno due cinture esplosive usate negli attacchi, una al Bataclan e l’altra allo Stade de France.

Vista la dinamica degli attentati suicidi all’aeroporto di Bruxelles e le bombe in metropolitana, non è da escludere un legame tra il fermo di Abdeslam e la fuga dei suoi complici. In particolare, gli occhi sono puntati su Laachraoui di cui si ignorava l’esistenza fino a qualche tempo fa.

Nella foto, il frame del video che ritrae Mohamed Abrini l’11 novembre 2015

Il primo complice di Salah Abdeslam, Mohamed Abrini, era già noto alle autorità che il 4 dicembre aveva già emesso un mandato d’arresto. Era lui l’uomo filmato dalle telecamere di una stazione di servizio a Ressons, lungo l’autostrada di Parigi, 48 ore prima delle stragi di novembre: nell’auto c’era proprio Abdeslam.

Le foto di Najim Laachraoui diffuse dalla polizia belga

Al secondo complice si è arrivati tramite le indagini su Salah: era con lui nell’auto usata nei suoi spostamenti prima degli attentati del 13 novembre e le sue impronte sono state ritrovate in due case usate durante la fuga, ad Auvelais e a Schaerbeek, distretto di Bruxelles. Si tratta di Najim Laachraoui, 25 anni, prima conosciuto come Soufiane Kayal, nome usato come falsa identità. Di lui non si sa molto, neppure la nazionalità: le uniche certezze sono le sue tracce di Dna sulle cinture esplosive usate a Parigi e la sua presenza in Siria nel 2013. Per le autorità belghe sarebbe il secondo kamikaze che si è fatto esplodere all’aeroporto di Zaventem.

Le sue impronte sono state trovate anche nell’auto presa a noleggio da Abdeslam nel corso dei mesi precedenti le stragi di novembre: il 9 settembre il terrorista di Parigi era stato fermato e controllato alla frontiera tra Ungheria e Austria e per ben due volte era stato a Budapest.

Lorena Cacace

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