Locazioni Brevi: via all’istituzione del Codice identificativo nazionale. Ecco cosa prevede il disegno di legge approntato dal ministero.
Via alla stretta sugli affitti o locazioni brevi: c’è aria di cambiamento con la possibilità di introduzione di nuove regole per property manager e per l’host. L’istituzione di un Cin e la previsione di un disegno di legge approntato dal ministero del Turismo ha già sollevato numerose critiche da parte dell’Associazione nazionale gestori affitti brevi. Daniela Santanché ha presentato una proposta di legge sulle locazioni brevi. Ecco cosa potrebbe cambiare e quali sono le novità previste dal ddl. Facciamo chiarezza.
Il ministro del Turismo aveva riferito qualche settimana fa che
“Entro i primi di giugno vorrei presentare una proposta di legge sugli affitti brevi”.
In effetti, il provvedimento è stato presentato il 30 maggio, in anticipo rispetto a quanto previsto. La proposta volta a ridurre le locazioni brevi, che interessano soprattutto le città ad alta vocazione turistica.
Tra le nuove regole presentate c’è il soggiorno minimo di 2 notti nei centri storici e l’istituzione del Codice identificativo nazionale che mira ad identificare ogni unità immobiliare e che sia pubblicato sui portali. Inoltre, sono previste sanzioni pecuniarie per chi non rispetta le nuove regole sulle locazioni brevi.
Tra le novità volute dal ministro c’è quella di introdurre un Codice identificativo nazionale, che al momento ha una vocazione regionale. La finalità è renderlo uniforme e a carattere nazionale in modo tale che le regole siano valide ed uguali per tutta Italia. nuove regole sono previste per tutti i nuclei familiari che affittano un appartamento per poter maturare un guadagno ed ottenere un reddito extra. Le regole non sono le stesse per chi ha un network di appartamenti e svolge una vera e propria attività professionale. Tutti coloro che non applicano le regole contenute nel Cin, comprese le agenzie turistiche online, verranno sanzionate con multe pecuniarie.
Tra le nuove regole previste dal ddl c’è il soggiorno minimo pari a 2 notti nei Comuni dove c’è un alto flusso turistico. Secondo i dati Istat, queste amministrazioni comunali ammonterebbero a poco meno di 79mila.
Tra le altre regole c’è l’ufficializzazione della figura del property manager, che è una vera e propria figura professionale in grado di gestire gli immobili. I gestori di beni immobiliari potranno utilizzare un determinato Codice Ateco e potranno espletare la funzione di sostituto di imposta.
L’introduzione di queste regole ha sollevato non poche critiche da parte dell’Associazione italiana gestori affitti brevi. Secondo il presidente, Marco Celani, l’introduzione di queste novità avrà effetti negativi:
“L’impatto economico di questa misura è sicuramente depressivo ipotizzando che solo una parte verrà recuperata dal mondo alberghiero e una parte si trasformerà in allungamento di pernotti altrove o in nero”.
A destare maggiori preoccupazioni è il numero di soggiorni di una notte, che grava all’incirca 5 punti percentuali del valore del booking.
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