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Studentessa italiana espulsa dalla Svizzera: non aveva più i requisiti economici per rimanere nel Canton Ticino

Una studentessa italiana di 26 anni è stata espulsa dalla Svizzera perché la sua situazione economica precaria non era sufficiente al rinnovo del permesso di dimora, necessario per studiare in Canton Ticino. Come riportano i media elvetici, la decisione è stata resa definitiva dalla sentenza del Tribunale federale a cui la giovane aveva fatto ricorso, dopo aver visto respinta la sua richiesta dal Consiglio di Stato e dal Tribunale cantonale amministrativo. La studentessa era arrivata in Svizzera nel 2014 e aveva ottenuto il permesso di dimora per due anni: nel 2016 la Sezione della popolazione del Dipartimento delle istituzioni non glielo aveva rinnovato perché, vivendo col padre e percependo prestazioni assistenziali, non aveva più i mezzi economici necessari per poter vivere in Svizzera.

Tra i requisiti richiesti ai cittadini UE per studiare in Svizzera c’è infatti la prova di “disporre dei mezzi finanziari necessari per svolgere gli studi (ad esempio un’attestazione bancaria di una banca autorizzata in Svizzera)“, come si legge sul sito del Dipartimento federale degli Affari esteri.

Secondo tutti i gradi della giustizia elvetica, questo requisito era venuto meno perché la giovane, che viveva col padre, aveva usufruito degli assegni di assistenza, dimostrando così di non avere i mezzi economici per potersi mantenere gli studi: da qui la revoca del permesso di dimora e la richiesta di lasciare quanto prima la Svizzera.

Inutili i ricorsi portati avanti dalla studentessa, rimasta a vivere nel Canton Ticino in attesa di una decisione definitiva. Il Tribunale federale ha confermato l’espulsione, sottolineando che il rientro in Italia non dovrebbe essere un danno per i suoi studi che, come emerge dalla sentenza cantonale, avrebbero già dovuto essere terminati “visto che doveva sostenere la tesi di Bachelor (l’equivalente della nostra laurea ndr) nel mese di febbraio 2017“.

In ogni caso, continuano i giudici di Losanna, “un trasloco nella fascia di confine le permetterebbe comunque di continuare la formazione iniziata in Svizzera“.

In merito alla tesi della giovane per cui l’allontanamento dal padre avrebbe pregiudicato “in modo inammissibile i propri equilibri familiari“, il tribunale ha confermato la sua decisione visto che la 26enne “non ha preteso né dimostrato che si trova in uno stato di qualificata dipendenza dal padre“.

Per lei dunque non c’è più nulla da fare se non tornare in Italia, pagare le spese giudiziarie di mille franchi, e lasciare la Svizzera, trovando un altro modo per poter terminare gli studi.

Lorena Cacace

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