Studio Ghibli chiude, ma solo per ora. Le voci di una chiusura definitiva, che circolano sul web da ore, potrebbero rivelarsi veritiere solo in parte: l’annunciato stop alla produzione ci sarà, ma solo per consentire una breve pausa, momentanea, per capire le sorti future dello storico studio di animazione, dopo l’addio di un importante socio. Prendere tempo, dunque, per decidere il da farsi. Voci di “morte premature”, almeno per ora, sono state infatti smentite dagli stessi addetti ai lavori.
Come riporta Narinari.com, il rappresentante fondatore Toshio Suzuki starebbe discutendo i grandi cambiamenti che l’intero studio sta subendo. Se da un lato risulta che alcune scelte potrebbero portare allo smantellamento del reparto di produzione, dall’altro è stato altrettanto confermata la necessità di dare “una ripulita” allo studio, ma che in definitiva non chiuderebbe. Insomma, si tratterebbe di riorganizzazione, non di chiusura.
Tra le più accreditate, le ipotesi di “ricostruire” lo studio e creare un ambiente nuovo. Determinate scelte, infatti, sarebbero state necessarie dopo l’addio dell’altro storico socio, Miyazaki. Suzuki al riguardo è stato chiaro, nessuna chiusura, solo una pausa:
‘Non è affatto impossibile continuare a produrre film per sempre. Tuttavia – ha detto – faremo una breve pausa per considerare dove andare d’ora in poi‘. Parole di sollievo, per i numerosi fans allarmati dalla notizia diffusasi a macchia d’olio in queste ore.
Già lo scorso anno, uno dei soci, Miyazaki, si era ritirato dal dirigere lungometraggi. Però, se da un lato Suzuki si è dimesso dal suo ruolo di produttore, d’altro canto ricomincerebbe nella nuova veste di direttore generale. D’altro canto ancora, c’è chi dice che lo studio potrebbe continuare ad esistere solo come detentore di diritti, grazie agli anime prodotti finora. Tra i successi più importanti si ricordano La città incantata, Il mio vicino Totoro e Ponyo sulla scogliera.
L’allarme era scattato dopo le parole del produttore Suzuki, ospite in una trasmissione televisiva di MBS. Intanto, anche in Italia, come per gli altri Paesi, la notizia ha fatto il giro del web, tra i TT (Trend topic) su Twitter, e discusso su tutti i social network. Anche perché, vista la barriera linguistica che separa l’Italia dalle notizie straniere, le news sulla vicenda hanno ancora un alone di troppo.
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