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Stupra due donne, cambia genere e chiede di essere reclusa in un carcere femminile

Adam Graham, 31enne scozzese, ha violentato due donne, rispettivamente a Clydebank e Glasgow, poi ha cambiato genere, diventando donna a sua volta e ha chiesto di poter essere reclusa in un carcere femminile. Sembra un film, eppure è accaduto davvero.

Polizia – Nanopress.it

Oggi si chiama Isla Bryson, ha 31 anni e chiede di scontare la sua pena in un carcere femminile. Peccato che, rispettivamente sette e quattro anni fa, quando era ancora un uomo, abbia stuprato due donne. Il problema quindi oggi è capire come muoversi per non mettere a repentaglio l’incolumità di nessuno.

Stupra due donne e poi cambia genere

Quello che è accaduto di recente in Scozia sembra quasi un film, eppure è la realtà. Una donna di 31 anni, Isla Bryson, ha stuprato due donne, rispettivamente sette e quattro anni fa, a Clydebank e Glasgow. No, non è come sembra: fino a qualche anno fa quella che di recente è arrivata in udienza con il caschetto biondo e il giubbotto rosa, in realtà Isla si chiamava Adam Graham, era un uomo con i capelli rasati e il viso tatuato.

Qui dobbiamo aprire una parentesi: poco più di un mese fa, il Parlamento scozzese ha approvato il Gender Recognition Act, la legge che consente a chiunque (a partire dai 16 anni) di cambiare genere anche sui documenti di riconoscimento anche solo attraverso una semplice autocertificazione, consentita dopo tre mesi nel caso dei maggiorenni e sei dei minorenni a cui si aggiungono però tre mesi di riflessione. Questa legge sostituisce la precedente, in vigore dall’ormai lontano 2005, secondo cui il cambio sui documenti era concesso solo dai 18 anni in poi e solo in presenza di una certificazione medica che accertasse una disforia di genere e inoltre ci volevano due anni per ottenerlo.

Isla Bryson – Nanopress.it

Certo, il Gender Recognition Act per l’intero Paese (ma non solo) è stato un enorme traguardo, soprattutto considerando che la vittoria in Parlamento è stata schiacciante (86 favorevoli, contro 39 contrari). C’è un però: in casi particolari come quello di Graham, come si applica? Se vigesse la regola dell’autocertificazione anche in questo caso, del resto, si consentirebbe a uno stupratore di convivere in cella con altre donne. E questo sarebbe un serio problema.

Il caso di Isla Bryson

Adesso, insomma, il nodo da sciogliere è capire che direzione prendere con Isla. Come ha fatto notare giustamente Sandy Brindley, amministratore delegato di Rape Crisis Scotland: “Se qualcuno è stato condannato per un grave reato sessuale, non dovrebbe essere detenuto con la popolazione femminile in generale”. Queste le sue parole riassumono un’opinione comune diffusissima, non solo nel Regno Unito.

C’è da dire però che un caso analogo si era mai verificato non molto tempo fa, quindi non parliamo di un unicum come molti sostengono, e non è vero che non ci sono situazioni simili da cui prendere quantomeno spunto. Una ce l’ha gentilmente offerta JK Rowling, da sempre contraria al cambio di genere (ma di questo parleremo dopo), che su Twitter – il mezzo che più ama usare per criticare i transgender a quanto pare – ha menzionato il caso di Katie Dolatowski scrivendo: “Questa è una parodia? La donna trans Katie Dolatowski è stata condannata per tentato stupro di una bambina di dieci anni nel 2018, ad un tiro di schioppo dal Parlamento scozzese. L’attacco si è verificato nel bagno di un supermercato”.

In effetti in Italia se n’è parlato pochissimo, ma questo caso si è verificato davvero in Scozia e basta fare un po’ di ricerche e risalire a siti e riviste locali per saperne di più. Quello che dice la scrittrice è verissimo: nel 2018 Dolatowski, ventidueenne scozzese che però si identificava nel genere femminile, ha commesso due crimini di seguito. Il primo risale all’8 febbraio, quando tentò di filmare una 12enne ad Asda Halbeath, Dunfermline, mentre usava il bagno (fortunatamente la ragazzina urlò e l’uomo fuggì). Il secondo risale a meno di un mese dopo, precisamente il 4 marzo, quando cioè seguì una bambina di 10 anni nella toilette del supermercato di Morrisons, Kirkcaldy, la afferrò e le ordinò di togliersi i pantaloni, dicendo che se non lo avesse fatto avrebbe ucciso la mamma. La bambina, nonostante la minaccia, diede diversi pugni all’aggressore e riuscì a scappare.

Dolatowski comunque fu preso e alla fine si dichiarò colpevole di entrambi i reati. Nel gennaio 2019 fu così condannato a più 100 ore di lavoro non retribuito e gli fu imposto di non avvicinarsi più ai bambini, ma non fu però recluso all’epoca. Finì comunque dietro le sbarre poco tempo dopo in seguito per aggressione fisica.

Qui iniziò a sorgere il reale problema: mentre era recluso nel Polmont Young Offenders ‘Institution, ha aggredito un altro detenuto e, data la sua identificazione nel genere femminile, le autorità avevano pensato di trasferirlo presso Cornton Vale, un carcere riservato alle sole donne, scatenando l’ira funesta di tutta la popolazione scozzese, che organizzò una manifestazione davanti alla prigione. Addirittura c’era chi sosteneva che questa questione avrebbe potuto modificare in qualche modo l’iter burocratico per l’approvazione del Gender Recognition Act, cosa che di fatto, però, non è avvenuta.

Tornando a Isla, comunque per adesso comunque la situazione è questa: sarà momentaneamente in custodia cautelare presso il carcere femminile di Cornton Vale, lo stesso di Katie in pratica, ma sarà per il momento isolata – condizione che però non potrà durare a lungo, perché in questo modo sarebbero violati i suoi diritti umani – quindi non avrà modo di vedere le altre detenute.

Sarà poi una valutazione multidisciplinare a valutare il caso e stabilire se potrà scontare la pena con le donne, oppure con gli uomini, data la situazione così particolare. Il discorso è il seguente: c’è da capire se Bryson possa essere pericolosa oppure no per le altre detenute, ma anche se, allo stesso modo, possa correre lei pericoli stando insieme agli uomini. In entrambi i casi, infatti, ci potrebbero essere dei rischi, ma mentre nel primo sono le altre donne a correrli, nel secondo è lei in prima persona.

A intervenire sull’argomento – e a scombinare ulteriormente le carte sul tavolo – è stata la ex moglie di Isla, Shonna, che ha definito il suo cambio di genere semplicemente “una farsa”, messa in piedi per un avere vita più facile in prigione. Parlando con il MailOnline, infatti ha affermato: “La sua transizione non è che un espediente per prendersi gioco del sistema giudiziario e per essere rinchiuso in una prigione femminile. (…) Mai una volta mi ha detto qualcosa a proposito della sensazione di sentirsi nel corpo sbagliato o altro. Ho molta simpatia per le vere persone transgender, è una cosa difficile con cui convivere, ma la sua è solo una scappatoia per fregare le autorità”.
A dire la sua poi è stata anche la succitata JK Rowling, a cui il tema del cambio di genere pare stare particolarmente a cuore dato che si trova spesso a parlarne sui social, ribadendo continuamente la sua posizione contraria e rimarcando sempre il fatto che secondo lei le donne sono solo ed esclusivamente quelle che nascono tali. La scrittrice, su Twitter, ha detto: “Sei d’accordo che uno stupratore condannato per due violenze, che ha deciso di essere una donna dopo essere comparso in tribunale, finisca in una prigione femminile, o sei un fanatico bigotto di estrema destra?”.
Staremo a vedere cosa deciderà di fare il tribunale, fermo restando che probabilmente, come molti sostengono, situazioni come questa andrebbero valutate caso per caso, perché non possono essere ritenute tutte uguali.
Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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