Stuprata e messa incinta dal patrigno a soli 10 anni. In India sta suscitando indignazione e rabbia l’ennesimo episodio di violenza sulle donne, questa volta ai danni di una minore, avvenuta a Rohtak, nello stato di Haryana: i medici starebbero valutando di farla abortire, nonostante il superamento delle 20 settimane previste per legge, per non mettere a rischio la sua salute. L’episodio arriva a distanza di pochi giorni da una violenza sessuale che ha già sconvolto Rohtak: qui una ragazza di 23 anni è stata vittima di uno stupro di gruppo, uccisa con una brutalità sconvolgente e il suo cadavere abbandonato in un campo alla mercé degli animali.
L’episodio della piccola di soli 10 anni ha gettato benzina sul fuoco in uno stato come l’India dove le violenze sessuali sono all’ordine del giorno e spesso di una crudeltà che lascia senza parole.
A raccontare alla stampa quanto successo è stata la polizia che si è mossa contro l’uomo, di cui è stato rivelato solo il nome Rakesh, dopo la denuncia della madre della bambina. La piccola rimaneva spesso a casa da sola con il patrigno mentre la donna, collaboratrice domestica, era fuori per lavoro: in quelle occasioni sarebbe avvenuta la violenza, ripetuta più volte nel corso del tempo sotto la minaccia di essere punita.
Quando però la bambina è rimasta incinta, il caso non poteva più essere taciuto. Ora le forze dell’ordine stanno indagando sull’accaduto, mentre la magistratura ha chiesto l’intervento dei medici per valutare la possibilità di un aborto anche se fuori dai termini di legge: vista la tenera età, la piccola corre il rischio di perdere la vita.
La violenza ai danni di una bambina di soli 10 anni arriva in un momento incandescente con l’opinione pubblica di Rohtak già fortemente scossa dall’omicidio scoperto lo scorso 11 maggio quando le autorità hanno ritrovato il cadavere di una ragazza di 23 anni orrendamente mutilato.
Secondo la ricostruzione della polizia, la giovane era stata rapita da Sonipat il 9 maggio e portata a Rohtak in auto: qui sarebbe stata violentata più volte da più persone, almeno sette, come ha stabilito l’autopsia. Dopo la violenza, l’avrebbero colpita al cranio con un mattone, infierendo sul volto e sul corpo: alla fine, l’avrebbero abbandonata per strada dove i cani hanno fatto scempio del cadavere, mordendolo in più parti.