ando ha notato per terra un uomo in difficoltà. Scesa dal mezzo, si è avvicinata a lui per aiutarlo. È cominciato così l’incubo.
Il ragazzo, un 26enne iracheno, infatti, con la scusa di non sentirsi bene l’ha convinta ad accompagnarlo a casa. Ma era una trappola. Arrivato nei pressi della stazione il suo atteggiamento è mutato di colpo. L’aguzzino ha costretto la ragazza a salire su un vagone in disuso, l’ha trascinata nel bagno, l’ha prima rapinata, poi picchiata e stuprata.
Dopo la violenza sessuale la ragazza è scappata. Ha chiamato la polizia, che l’ha accompagnata in ospedale (presenta ecchimosi e segni di morsi a dimostrazione dello stupro subito). Poi gli agenti hanno rintracciato e arrestato il 26enne, che aveva precedenti penali per rapina impropria e maltrattamenti in famiglia. Nonostante questo, era a piede libero.
Duro il commento del presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: «La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese. In casi come questi riesco a capire il senso di rigetto che si può provare verso individui che commettono crimini così sordidi. Sono convinta che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di giustizia, da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l’espulsione dal nostro Paese, ovviamente dopo assolta la pena. Se c’è un problema di legislazione carente in merito bisogna rimediare».
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