Risvolti sorprendenti durante l’udienza per lo stupro di Capodanno 2021, nel quale una sedicenne sarebbe rimasta vittima di violenza sessuale. A stuprarla, secondo i racconti della giovane, dei ragazzi durante l’ultimo dell’anno di due anni fa. A sbugiardarla, tuttavia, arrivano i racconti delle amiche che erano con lei, che hanno testimoniato che fosse consenziente e non così ubriaca come descritto inizialmente. Tra i presenti alla serata, anche il nipote di Ciriaco De Mita, Simone Maria Ceresani.
Colpo di scena, durante l’udienza per lo “stupro di Capodanno” avvenuto nel 2021 ai danni di una sedicenne romana. Stando alle parole delle amiche che erano con lei, la ragazza sarebbe stata consenziente e non così ubriaca da essere incapace di intendere e di volere, come inizialmente pensato. Simone Maria Cerasani, nipote di Ciriaco De Mita, presente quel giorno in compagnia della fidanzata, figlia di una nota soubrette, ha testimoniato dicendo come l’adolescente fosse “capace di intendere e di volere, di avere il controllo di quanto stava accadendo”. Lo stesso Cerasani e la compagna sono invece indagati per altri reati legati a sostanze stupefacenti presenti durante la festa. Ieri le testimonianze dei ragazzi presenti alla festa ha dato un quadro diverso rispetto a quello raccontato dalla vittima, durante la quale sarebbe stata stuprata da un gruppo di giovani a Primavalle, quartiere di Roma.
Stupro di Capodanno, le testimonianze in aula sbugiardano la tesi della vittima. Stando ai racconti, sarebbe stata brilla, non sbronza, e consenziente
Stando alle testimonianze delle amiche della 16enne presunta vittima di stupro, durante la festa nella villa di Primavalle la stessa non sarebbe stata per nulla sbronza, come invece aveva dichiarato, e sarebbe stata in grado di intendere e di volere.
I fatti riguardano la sera del 31 dicembre 2021, quando un gruppo di ragazzi sui vent’anni si ritrova in una abitazione a Primavalle, quartiere popolare di Roma. durante il corso del party, tre di loro avrebbero abusato di una ragazza all’epoca minorenne, la quale li avrebbe in seguito denunciati il 2 gennaio per violenza sessuale. Alla ragazza, precedentemente, all’ospedale San Pietro di Roma erano state riscontrate lesioni anche intime guaribili in 30 giorni.
Le indagini dei carabinieri della stazione Roma La Storta si è poi conclusa nell’aprile del 2021, e ha portato a due giovani agli arresti domiciliari e per un altro l’obbligo di firma e domicilio nella capitale. Stando ai militari, la sedicenne si sarebbe trovata in una situazione di inferiorità psico-fisica a causa delle sostanze stupefacenti assunte durante la festa.
A smentirla, tuttavia, giungono ora le testimonianze delle amiche che erano con lei in quelle ore, all’interno della villetta a schiera. Le giovani raccontano come la minorenne, oggi 19enne, fosse cosciente, e consenziente. Inoltre, le ragazze avrebbero dichiarato di non averla voluta lasciare sola, ma di come la decisione di rimanere sia stata proprio della giovane.
Eppure, le loro parole stridono con quelle della vittima, che oggi maggiorenne, ha dichiarato pochi giorni fa la sua intenzione di volersi laureare in Giurisprudenza, per poter poi esercitare la professione di avvocato e difendere altre donne dagli abusi.
Bianca, questo il nome della ragazza, non ha mai ricordato tutto per filo e per segno, ma ha dei flashback di quanto accaduto: “Vedo me che arrivo con le amiche a Primavalle, beviamo, parliamo e c’è la musica. Poi finiamo tutti su un letto. C’è chi si fa di coca e di canne. Fumo uno spinello anch’io, mi offrono una sigaretta alla cocaina. Ma c’era dell’altro dentro perché ho sentito il cervello bruciare, ero incosciente. Me che salgo le scale, un bagno, due ragazzi, Patrizio con la maglietta macchiata di sangue. Io sul divano, tutti attorno mi dicono “Sgualdrina”. Dopo, il buio. E il risveglio” ha raccontato durante un’intervista a La Repubblica.
E non è finita qui, poiché i ricordi dolorosi non terminano a quei terribili attimi, e si completano con altri orribili particolari: “Il corpo pieno di lividi, la testa dolorante. Mi avevano tirata per i capelli. Non avevo le mutandine, le ho viste appese su una parete. Una sorta di albero dello stupro con altra biancheria” ha infatti aggiunto Bianca.
Per il suo stupro, oggi è imputato Patrizio Ranieri, ritenuto uno dei principali autori della violenza ai danni della giovane e ora sotto processo con rito abbreviato. Il ragazzo avrebbe addirittura incontrato la vittima successivamente, come si legge nell’ordinanza di arresto del gip: “Durante questo incontro, durato tra i dieci e i quindici minuti, l’aveva inizialmente accusata di aver messo nei guai i partecipanti alla festa, le aveva detto di aver intrattenuto con lei un rapporto sessuale consenziente, aggiungendo, infine, di volerla proteggere”.