Il ragazzo, all’epoca dello stupro di Palermo, minorenne, scarcerato domenica, torna in carcere. La Procura dei minorenni, che aveva presentato ricorso, si è rivolta a un gip diverso da quello che aveva mandato in comunità il giovane.
La Procura dei minorenni che aveva presentato ricorso in merito alla decisione del giudice per le indagini preliminari, che aveva scelto di scarcerare l’unico minorenne e farlo andare in comunità, ha deciso di rivolgersi a un altro gip, e ha ottenuto oggi il ripristino della misura cautelare. Dal cellulare sarebbero emersi nuovi elementi che aggraverebbero la sua situazione, rendendo necessaria la permanenza in carcere.
Torna in carcere il minorenne dello stupro di Palermo
Niente comunità per il giovane che lo scorso luglio a Palermo, ancora minorenne, aveva partecipato allo stupro assieme ad altri sei amici di una ragazza di 19 anni. Nonostante il gip avesse deciso di scarcerarlo e affidarlo a una comunità, grazie all’ammissione di aver commesso la violenza sessuale, la Procura dei minorenni, che ne aveva impugnato la scarcerazione, ha richiesto a un altro giudice di riconsiderare la decisione del collega, anche in virtù di nuovi elementi acquisiti sul cellulare.
Anche gli altri sei ragazzi, tutti tra i 18 e i 23 anni, sono in questo momento in carcere, ma già oggi pomeriggio dovrebbero essere trasferiti verso altre strutture detentive a causa del clima teso e delle minacce che avrebbe ricevuto dagli altri detenuti in prigione. Dal Pagliarelli di Palermo saranno quindi portati alle carceri di Termini Imerese e Castelvetrano.
“È ovvio che in condizioni di pesante carenza di organico i livelli di sicurezza si abbassano, quindi per salvaguardare l’incolumità dei soggetti bene ha fatto il comando di Pagliarelli a richiederne il trasferimento” ha scritto in una nota il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria Gioacchino Veneziano.
I parenti degli accusati, intanto, hanno presentato denuncia alle forze dell’ordine per le minacce e la diffusione di dati personali dei giorni scorsi apparsi sui social, che hanno dato il via a una vera e propria gogna mediatica nei confronti del gruppo degli indagati e le loro famiglie.
Il ruolo di Angelo Floris nello stupro di gruppo: una vendetta?
Floris è il maggiore del gruppo, quello che ha ripreso con il telefonino la violenza e l’ha poi inviata, anche se non si sa bene a chi, e anche l’unico che conosceva la vittima. Stando al Corriere della Sera, pare che in passato la ragazza lo avesse rifiutato.
Il dubbio è che si possa essere trattato di una vendetta dello stesso, che avrebbe coinvolto anche gli altri amici. Nei filmati, a quanto risulta, lo si sente cercare di calmare la giovane e spingerla a subire senza lamentarsi troppo.
Sarebbe suo il primo nome fatto dalla ragazza quando si è presentata dai Carabinieri per denunciare quanto accaduto: “Gli ho detto: mi fai stare sola con questi, sei pazzo?” avrebbe riferito agli investigatori. Di lui si fidava, pare: una fiducia purtroppo decisamente malriposta e che le ha fatto vivere una notte di terrore.