Stupro di Rimini, quali pene rischiano i quattro componenti del branco che hanno violentato una turista polacca (picchiando il fidanzato) e un trans? Il codice penale disciplina il reato di stupro all’articolo 609 bis e successivi. Mentre da più parti si alzano proposte di pene durissime, a cominciare dal ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Io mi auguro le pene che sono previste dal codice, che sono valutate e calcolate sulla base della congruità”, il nostro codice disciplina in modo diverso gli autori della violenza se minorenni (tre dei quattro arrestati) e maggiorenni.
Due fratelli marocchini hanno 15 e 16 anni, un nigeriano di 17 anni e il 20enne del Congo, Guerlin Butungu: loro sono i componenti del branco di Rimini. I primi due, alcuni giorni dopo la violenza, si sono costituiti ai Carabinieri, ma si sono chiamati fuori dallo stupro, dicendo solo di aver tenuto ferma la vittima polacca e di aver pestato il fidanzato (cosa che successivamente ha fatto il 17enne arrestato). Possibile che per i due fratelli – vista la collaborazione fornita – la pena non sia quella prevista dal codice penale, ossia dai 6 ai 12 anni di carcere. Non c’è distinzione di pena, sulla carta, tra chi ha già compiuto i 18 anni e chi ancora è minorenne.
La pena è superiore a quella per violenza sessuale compiuta da un singolo individuo – che invece prevede dai 5 ai 10 anni carcere – perché è stata compiuta appunto in gruppo. Ma nel caso di Rimini, non dimentichiamolo, le violenze sono state due, avvenute in due momenti diversi, dunque si sommano. Inoltre, c’è il pestaggio del fidanzato della turista polacca: la pena prevista è da sei mesi a tre anni.
Questo, naturalmente, è ciò che prescrive la legge italiana. Da più parti si chiedono pene esemplari. L’opinione pubblica potrebbe avere influenza sulla giustizia? L’eco mediatica di questo barbaro e doppio stupro servirà a garantire la pena e che questa venga poi fatta rispettare interamente? I due stupri verranno considerati non come un fatto unico, ma come due fatti separati? Molto dipenderà anche dagli avvocati.
Secondo ‘Il Giornale’, addirittura, tra 2 – 3 anni perlomeno i minorenni potrebbero tornare in libertà. Chi compie crimini come lo stupro, ma ha meno di 18 anni – nonostante il codice penale non faccia differenza – viene trattato con maggiore benevolenza. Potrebbero venire accusati di “violenza sessuale aggravata”, con pena appunto dai 6 ai 12 anni, ma c’è una legge del 1988 a venire in loro soccorso: “Minima offensività del processo” e “Destigmatizzazione”, ossia il comportamento dei tre minori non dovrebbe venire eccessivamente stigmatizzato. E quindi? Durata del carcere preventivo dimezzata. Se la giustizia dovesse essere eccessivamente lunga, potrebbero essere a casa prima dell’inizio del processo. Poi sarà il giudice a decidere se abbastanza “maturi” per essere giudicati.
Il ministero e le leggi, infatti, dicono a questo proposito: “La capacità di intendere e di volere in un minorenne non è mai presunta ma deve essere dimostrata”. E poi: mentre violentavano la polacca, i minorenni “si rendevano conto del significato antisociale compiuto”, “valutavano le conseguenze”? Addirittura, esiste l’ipotesi del proscioglimento per immaturità. In ogni caso, avranno diritto a uno sconto di un terzo della pena in quanto minorenni e a un altro terzo se chiederanno il rito abbreviato (cosa certa visto che sono rei confessi). Male che vada, avranno cinque anni, dunque. Ed entrerebbero nel circuito della reclusione minorile, dove di solito si sta dietro le sbarre al massimo per metà della pena. Non solo: invece della galera, potrebbero finire in comunità per due anni e mezzo, forse tre. Senza contare eventuali altre attenuanti.
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