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Il 15enne di origini marocchine, complice di Guerlin Butungu e componente del gruppo accusato degli stupri di Rimini, sarebbe stato picchiato in carcere. A dare la notizia è il Corriere di Bologna: secondo quanto riportato dal quotidiano, il minore sarebbe stato preso a botte nel carcere minorile del Pratello di Bologna circa due settimane fa, dopo aver terminato il periodo di isolamento stabilito dal giudice. Sul caso sta indagando la Procura dei minori: ancora non è chiaro se il 15enne sia stato aggredito da una singola persona o abbia subìto un’aggressione di gruppo da parte di alcuni detenuti.
Il 15enne ha riportato evidenti segni di pugni e di colpi: anche un altro minore detenuto avrebbe segni di percosse, ma ancora non è chiara la dinamica dei fatti. Lo stesso minore, interrogato dall’ufficio coordinato dalla pm Silvia Marzocchi, non avrebbe parlato di un’aggressione nei suoi confronti ma di una rissa tra detenuti, sedata da una guardia penitenziaria.
Le indagini sono in corso, al momento con l’accusa di lesioni personali a carico di ignoti, per quello che sembra un episodio di “ordinaria” violenza nelle carceri. Spesso infatti i detenuti, in carcere per reati sessuali, sono oggetto delle violenze degli altri carcerati, anche nei penitenziari minorili, e si teme che anche in questo caso il 15enne possa essere stato vittima di una “rappresaglia”.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2017/09/04/stupro-rimini-arrestato-il-capobranco-e-un-rifugiato-congolese-di-20-anni/183001/” testo=”Chi è Guerlin Butungu”]
Intanto, filtra un dettaglio oscuro sul passato di Guerlin Butungu. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, il 17enne marocchino, altro complice e componente del branco, avrebbe svelato agli inquirenti che il congolese avrebbe ucciso delle persone, “tante persone”, in patria e per questo sarebbe fuggito in Italia. La rivelazione sarebbe arrivata nel corso della sua confessione su quanto avvenne la notte del 26 agosto, quando Butungu e i tre complici minorenni, violentarono una turista polacca e una trans peruviana.
Sempre secondo quanto riporta il quotidiano bolognese, il legale di fiducia dei due fratelli marocchini, l’avvocato Paolo Ghiselli del Foro di Rimini, ha rimesso il mandato. “Il mio studio ha prestato assistenza ai due minorenni che sono stati invitati a tenere un comportamento collaborativo”, ha motivato in una nota. “Il coinvolgimento di un altro legale di cui sono venuto a conoscenza ha comportato una mia riflessione sulla prosecuzione del mandato difensivo e ho deciso di rinunciare”.
Nel frattempo, la Fondazione regionale per le vittime di reati ha deciso di sostenere i due turisti polacchi e la transessuale peruviana che hanno subìto le violenze del branco, donando a ciascuno 10mila euro “per i danni riportati sia sul piano fisico sia sul piano psicologico ed emotivo”. La Fondazione, presieduta dallo scrittore Carlo Lucarelli, ha voluto fare un gesto concreto per stare a fianco delle vittime. “Un contributo economico certo non cancella la violenza di quella notte ma speriamo possa rendere più affrontabile il difficile percorso che segue, per ritrovare il proprio equilibrio con tutti gli aiuti sanitari, psicoterapeutici, legali e di assistenza che possono essere necessari”, fanno sapere dalla Fondazione.