Non si placa la polemica sul duplice stupro di Rimini ai danni di una giovane polacca e di una transessuale ecuadoriana da parte di un branco e sui commenti misogini che stanno rimbalzando sulla rete. Due sono quelli che più stanno facendo discutere. Il primo è quello di un mediatore culturale di Bologna che sulla pagina Facebook del Resto del Carlino ha scritto: “Lo stupro è peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale“. In poco tempo il commento è stato notato e stigmatizzato, con toni più o meno civili, e soprattutto è stato identificato l’autore: si tratterebbe di Abid Jee, 24enne studente bolognese di giurisprudenza e operatore presso la cooperativa Lai Momo, come scritto sul suo profilo e come confermato dalla stessa cooperativa.
Il commento ha scatenato la reazione della rete e molti utenti stanno prendendo d’assalto la bacheca con insulti e ingiurie pesanti a danno del giovane.
La frase, affidata al web, potrebbe avere anche delle conseguenze reali per il suo autore. La cooperativa, attiva nel sociale e in particolare nell’accoglienza dei migranti, ha confermato che si tratta di un suo dipendente e si è dissociata da lui, confermando l’intenzione di prendere provvedimenti immediati e di non escludere anche il licenziamento.
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“Ribadiamo la nostra ferma condanna delle affermazioni contenute in questo post, in quanto profondamente contrarie ai principi che sono alla base del nostro pensiero e del nostro modo di lavorare. Stiamo prendendo tutti i provvedimenti necessari e confidiamo di potervi aggiornare in merito al più presto“, si legge nel post pubblicato su Facebook.
Duro anche il commento dell’assessore al welfare del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo che ha definito le sue parole di “una gravità inaudita” sottolineando come sia “intollerabile” specie se fatto “da parte di un operatore sociale che opera nel campo della accoglienza dei migranti“.
“Sono certo che la cooperativa sociale, che conosco per la serietà del lavoro che svolge, saprà, come per altro ha già annunciato, trarre le conseguenze circa l’incompatibilità fra chi è portatore di una simile idiozia e il compito delicato della mediazione culturale“, ha aggiunto l’assessore.
Il salviniano di Foggia: ‘Ma alla Boldrini e le donne del PD mai?’
Il secondo commento arriva sempre da Facebook ed è firmato da Saverio Siorini, segretario cittadino di San Giovanni Rotondo (Foggia) di Noi con Salvini. A ridosso della notizia, è arrivata anche la sua reazione. “Ma alla Boldrini e alle donne del Pd quando dovrà succedere?“, è stato il suo commento nel postare la notizia.
Siorini ha voluto spiegare la sua esternazione. “Visto che le stesse (Boldrini e le donne del PD ndr) hanno votato in Parlamento alla volontà di aiutare gente simile di dubbia moralità (ovvio che lo stupro non si augura a nessuno, ma questa è una provocazione che nessuno ha recepito). Ancor più strano è che la Boldrini come mai non ha preso ancora una posizione contro questa odiosa recrudescenza di stupri visto che vede come protagonisti i suoi amici immigranti? Forse è più dedicata ai commenti offensivi sulla sua persona e a completare denunce“, è la degna conclusione, col riferimento alla decisione della presidente della Camera di denunciare gli haters e le offese sul web.
Anche in questo caso, la visibilità mediatica del caso ha scatenato una reazione a valanga che ha colpito Siorini, costretto a cancellare il post dopo essere stato preso di mira dal web, anche con insulti pesanti.
“Capisco che il mio post è stato frainteso e anche strumentalizzato a favore di qualcuno, ma è tanta la RABBIA (sic) per questa giovane donna Stuprata, e il silenzio della Boldrini e di tutte le femministe (che hanno preferito accanirsi su di me ), che non ci ho visto più“, ha voluto giustificarsi dal suo profilo.
“Ovvio che non era mia intenzione augurare il male a nessuno, con questo non cambio idea: auguro una castrazione chimica a tutti gli stupratori e la rabbia del popolo a tutti i complici del PD“, conclude.
Notiamo però una grande pecca in questa sua giustificazione. Anche volendo sorvolare sulla logica assurda, in quelle che dovrebbero essere scuse si è dimenticato dell’altra vittima, la transessuale di origine ecuadoriana a sua volta stuprata dal branco: l’indignazione dovrebbe essere uguale per tutte le vittime, o forse lo stupro di una trans non è grave quanto quello di una ragazza eterosessuale?