[didascalia fornitore=”altro”]Ansa[/didascalia]
“Ci siamo comportati da maschietti”. Sarebbe questa una delle dichiarazioni rilasciata alla pm Ornella Galeotti da uno dei due carabinieri accusati dello stupro ai danni di due studentesse statunitensi avvenuto a Firenze la notte tra il 6 e il 7 settembre 2017: la frase sarebbe stata pronunciata a pochi giorni dai fatti in uno dei primi interrogatori a cui sono stati sottoposti l’appuntato Marco Camuffo e il militare scelto Pietro Costa. In quella occasione, entrambi i militari hanno dichiarato che sarebbero state le ragazze a prendere l’iniziativa e di non essersi accorti che erano ubriache. Di diversa opinione invece la Procura che ha notificato la chiusura delle indagini: secondo gli inquirenti, i militari avrebbero violentato le ragazze in modo “repentino e inaspettato”. A Camuffo, più alto in grado, i pm hanno contestato anche di aver imposto un rapporto orale a una delle due studentesse.
La dichiarazione shock è dello stesso tenore delle domande che le vittime si sono sentite rivolgere nel corso dell’interrogatorio, quando gli avvocati dei militari arrivano a chiedere se per loro “le divise erano sexy“. Nel corso dell’incidente probatorio, è stata poi accolta la versione delle due giovani che hanno accusato i Carabinieri di averle violentate mentre erano ubriache e incapaci di reagire.
Con la notifica della chiusura delle indagini, gli indagati, già sospesi dal servizio, potranno chiedere di essere interrogati dal pm che poi deciderà se rinviarli a giudizio.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2017/09/13/stupro-di-firenze-anche-il-secondo-carabiniere-in-procura-tutto-quello-che-non-torna-nei-loro-racconti/184027/” testo=”Tutto quello che non torna nei racconti dei carabinieri sullo stupro di Firenze”]
A entrambi è stata contestata l’aggravante di aver agito abusando della qualità di carabiniere in servizio e di aver violato gli ordini impartiti dai superiori. I due militari, interrogati dalla pm Galeotti lo scorso settembre, hanno ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con le studentesse, ma hanno sempre sostenuto che le ragazze fossero consenzienti e hanno escluso la violenza.
Nella loro versione dei fatti, entrambi erano consapevoli di dover violare il regolamento per poterle accompagnare a casa con l’auto di servizio. “Ci siamo consultati, eravamo titubanti”, ha dichiarato uno dei due carabinieri.
Una volta portate sotto casa, avrebbero deciso di accompagnarle dentro al palazzo “per galanteria” e senza secondi fini. “Si è sempre fatto così, anche per una cosa di galanteria”, e per motivi di sicurezza, “perché magari le aggrediscono nel portone”.
Entrambe le ragazze, salite “illegittimamente” a bordo della Fiat Bravo del 112, sono risultate in stato di ebbrezza alcolica (1.68 grammi per litro una, 1.59 l’altra, rilevazione effettuata alle 6.51 del mattino).
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