Italia Uno punta sullo scherzo per la sua nuova prima serata del giovedì: dal 9 marzo va in onda Lo scherzo perfetto con la conduzione di Teo Mammuccari. E quando si parla di scherzi in tv è impossibile non portare la mente alla trasmissione dello scherzo per antonomasia: Scherzi a parte. Non a caso, nella nuova proposta di Italia Uno, ritroviamo volti che sono appartenuti allo storico programma: oltre a Mammuccari, Gene Gnocchi e Marco Balestri.
Il linguaggio de Lo scherzo perfetto, tuttavia, non può non risentire dei trend televisivi contemporanei; ecco allora che anche lo scherzo diventa performance su cui giudicare il talento del suo creatore.
Lo scherzo perfetto parla dunque la lingua del talent show: protagonisti sono infatti i cosiddetti scherzatori che, in ogni puntata, si contendono la vittoria affinché lo scherzo da loro ideato e realizzato si possa aggiudicare il titolo di ‘perfetto’.
Spazio anche al backstage: ciascuno dei concorrenti viene infatti presentato attraverso l’audizione svolta per poter partecipare al programma, sotto l’occhio esaminatore di Marco Balestri.
Come in ogni talent che si rispetti non può certo mancare la giuria il cui presidente è, per l’appunto, Gene Gnocchi che compie una analisi di ciascuna delle performance proposte così che il programma diventa quasi un laboratorio d’analisi dello scherzo. Nel complesso la nuova proposta di Italia Uno risulta piuttosto debole: alcuni scherzi appaiono banali, incapaci di catturare l’attenzione e divertire veramente.
E non mancano scherzi caratterizzati da contenuti e scene piuttosto spinte, tentativo troppo facile e scontato di suscitare interesse. Così come non mancano le prevedibili battute volgarotte e pungenti di cui è bersaglio Alessia Macari, giurata accanto a Gene Gnocchi nella prima puntata. Un programma che ha poco smalto, poca capacità di coinvolgere veramente… e se forse alcuni degli scherzi presentati, ad uno sguardo esperto, potranno dirsi perfetti, il programma nel suo complesso avrebbe ancora molto da perfezionare.