Allarme in ambito scolastico, al Sud l’istruzione sembra essere inferiore rispetto al Nord.
I dati raccolti, con le rispettive percentuali, sono alquanto preoccupanti.
Coloro i quali nascono al Sud Italia si ritrovano a fare i conti con molte difficoltà, tra cui la perdita di un anno scolastico.
Tale situazione è causata a diversi fattori, come ad esempio la mancanza di risorse, di infrastrutture e altro ancora.
Con il passare del tempo la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, anche se già oggi è considerata molto grave.
Il Paese sta versando in una situazione di denatalità, ragion per cui, anche a causa degli scarsi investimenti, a pagare le pene è maggiormente il Sud.
Tra il 2015 e il 2020, nel Mezzogiorno c’è stata la perdita di circa 250 mila studenti, partendo dalle scuole dell’infanzia fino ad arrivare alle scuole superiori.
Il calo registrato nel Centro Nord invece è addirittura al di sotto dei 75 mila studenti.
La situazione è diversa al Sud, dove negli ultimi anni si è registrato anche un calo economico del 30%, con la mancanza di investimenti.
A rendere nota la situazione è stato Svimez, in occasione dell’evento promosso con l’Altra Napoli onlus, chiamato “Un paese due scuole”.
Purtroppo non si tratta di un racconto fantastico, per così dire. Sembra proprio che il divario tra Nord e Sud nel nostro paese sia sempre più presente e questo riguarda anche l’ambito scolastico.
Al Meridione, un bambino frequenta gli istituti scolastici per circa 200 ore in meno rispetto al Settentrione.
Questo implica il fatto che i bambini del Sud perdano un anno scolastico rispetto agli altri coetanei provenienti dal Nord Italia.
Oltretutto le difficoltà risultano essere ancora maggiori, considerando i dati raccolti secondo cui 650 mila alunni della scuola primaria non usufruiscono del servizio mensa.
Tale situazione è dovuta dal fatto che non sono presenti infrastrutture adeguate per ospitare un servizio mensa per gli alunni.
La situazione peggiora ancora di più quando si parla di palestre. Nel mezzogiorno, infatti, non tutti gli studenti possono usufruire di infrastrutture adeguate per svolgere l’attività di palestra.
Non tutte le scuole sono dotate di questo ambiente, ragion per cui gli studenti si trovano a subire queste difficoltà.
Eppure niente è perduto, Una soluzione si potrebbe trovare. Come spiega il direttore di Svimez, Luca Bianchi, il trend potrebbe essere invertito “Il Pnrr è l’occasione per colmare i divari infrastrutturali, tuttavia l’allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l’analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità amministrativa. La priorità oggi è rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali, sia del Sud che del Nord. Garantendo asili nido, tempo pieno, palestre, rafforzando l’offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono”.
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