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Politica

Sui social Meloni batte Salvini, e di tanto

Anche sui social network, Giorgia Meloni si conferma la regina indiscussa. La strategia vincente della presidentessa del Consiglio (e del suo entourage) prima l’ha portata a Palazzo Chigi, e poi da là è riuscita a essere ancora più convincente, o per lo meno così dice il rapporto di DeRev, che invece vede il suo alleato di governo Matteo Salvini soccombere.

Giorgia Meloni e Matteo Salvini – Nanopress.it

Non tanto quanto Enrico Letta, il segretario del Partito democratico, o Matteo Renzi, presidente di Italia Viva e alleato di Carlo Calenda, decisamente i leader di partiti che registrano gli indici di performance più bassi. Tra loro, però, c’è anche Silvio Berlusconi, il numero uno di Forza Italia e terza spalla dell’esecutivo del centrodestra guidato, appunto, da Meloni.

Meloni batte Salvini anche sui social

C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui Matteo Salvini, il leader della Lega e, ora, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, era il re indiscusso dei social. Quel successo sulle piattaforme, dovuto principalmente a una macchina da guerra come quella della Bestia, aveva portato il Carroccio a vincere le elezioni europee del 2019, e anche a essere una delle due compagini del primo governo guidato da Giuseppe Conte, quello gialloverde.

Da allora, di cose ne sono cambiate parecchie. E c’entrano le mosse del Capitano, la pandemia, l’opposizione o l’appoggio all’esecutivo di Mario Draghi, ma anche l’ascesa di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, ma anche e soprattutto a nuova leader dei social.

Secondo l’analisi di DeRev, che si è occupata di fotografare la crescita dei followers (e non solo) su Facebook, Instagram, Twitter e Tik Tok dei sette presidenti di partito più importanti, la numero uno di Fratelli d’Italia (e prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana) ha visto una crescita del 14,19% dal giorno dopo del suo insediamento a Palazzo Chigi al primo dicembre. Nessuno si è neanche minimamente avvicinato ai suoi numeri, basti pensare che Salvini, uno dei suoi due alleati di governo, si è fermato a malapena al 2,07%, e l’altro, Silvio Berlusconi, è arrivato al 2,08%, conquistando di fatto il secondo gradino del podio.

Giorgia Meloni – Nanopress.it

A livello di indice di performance, ovvero “un punteggio che prende in considerazione i principali indicatori di ciascun canale social, tra cui engagement e crescita, per determinare un indice di qualità di ciascuna pagina in relazione alle altre“, anche qua Meloni non ha rivali. Dal 41% dello scorso anno, infatti, la premier arriva quest’anno al 92%, e l’unico social su cui sembra carente è Tik Tok. Ecco, la piattaforma della generazione Z, tiene a galla il vicepremier, con un indice al 79% che, però, non corrisponde a una vera e propria vittoria considerato come gran parte dei commenti che riceve sotto i video lo scherniscono. Tornando al dato complessivo, nonostante una crescita dell’8%, Salvini si ferma solo al 31% dell’indice di performance, dietro a Carlo Calenda e Conte.

Il ceo di DeRev, Roberto Esposito, ha spiegato la crescita della capa del governo definendola “una parabola fisiologica, ma non scontata nella sua semplicità“. “Meloni ha una fetta di fedelissimi abituati a ben altri toni, il rischio di scontentarli era forte ed è un pericolo che resterà perennemente dietro l’angolo. È comunque riuscita a passare da una comunicazione politica a quella doverosamente istituzionale, pur coltivando regolarmente la base con messaggi rassicuranti sull’intenzione di mantenere gli impegni presi in campagna elettorale“, ha detto.

Al contrario, il suo alleato non ha cambiato approccio una volta arrivato al governo. Gli obiettivi del leader della Lega sono sempre gli stessi: suscitare polemiche e dettare l’agenda politica, come se fosse un premier ombra. Un atteggiamento che non paga, e non sta pagando perché, soprattutto su Instagram ha meno followers e anche meno engagement.

Letta crolla, Calenda è secondo ma pubblica anche tanto

Quanto agli altri, il secondo gradino del podio, dicevamo, è del frontman del terzo polo e leader di Azione. Calenda, che posta mediamente poco meno di otto post al giorno, per un totale di 1262 post in poco più di un mese, ha un indice di performance del 52%, la maggior parte dovuta al successo e alla comunicazione diretta e muscolare su Twitter, ma anche su Facebook la crescita e le interazioni vanno piuttosto bene.

Carlo Calenda – Nanopress.it

Il balzo in avanti più grande, oltre a quello di Meloni, lo fa, però, il presidente del MoVimento 5 stelle. L’ex presidente del Consiglio è passato dal penultimo posto, con il 19% dello scorso anno, al 42% del 2022. E vince soprattutto con le interazioni nei post, con l’8,11% del post elezioni. Nonostante questo, Conte sta perdendo un po’ di pezzi, quindi followers, e sta andando meglio sul social di Elon Musk, in cui la sua comunicazione viene ripresa dai media mainstream.

Male, invece, il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, che è quello che fa il passo indietro peggiore: dal 45,33%, il leader dem passa al 27% appena quattro punti percentuali più di Berlusconi e l’11% in più di Matteo Renzi, il fanalino di coda per quanto riguarda l’indice di perfomance.

I post di Letta, oltre a essere meno incisivi, sono per lo più rivolti ai simpatizzanti del Pd, una strategia che già non aveva premiato il Nazareno neanche durante la campagna elettorale. A pesare, però, è soprattutto la totale assenza da Tik Tok, in cui ha deciso di non sbarcare neanche nel periodo pre 25 settembre a differenza dei suoi avversari.

Per quanto riguarda il Cavaliere, seppur non tra i più attivi sui social – pubblica meno di un post al giorno – cresce grazie a scelte oculate e un tono di voce che lo pone come il padre nobile dell’esecutivo di cui fa parte il suo partito, Forza Italia, ma non lui.

In conclusione, poi, il numero uno di Italia Viva, come il suo alleato Calenda, predilige Twitter, ma lascia volentieri il palcoscenico direttamente al frontman del terzo polo. Renzi, tra l’altro, nell’ultimo periodo si è concentrato maggiormente sulla promozione del suo libro e non sull’attività politica e mediatica.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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