Tony Walters, in un certo senso, è la 23esima vittima dell’attentato alla Manchester Arena. Questo 52enne inglese non si trovava al concerto di Ariana Grande, mentre un kamikaze dell’Isis si faceva esplodere uccidendo 22 persone. Era a casa sua, ma l’ultimo attentato nella sua Inghilterra gli ha riaperto una vecchia ferita, mai del tutto cucita.
Walters era infatti uno dei sopravvissuti del «7/7 London»: è così che i media inglesi rievocano l’attentato in metro a Londra del 7 luglio del 2005. Walters si trovava nello stesso vagone del kamikaze e si salvò per miracolo. Ma non ha mai superato il trauma. I recenti attentati terroristici in Inghilterra, prima quello al Parlamento in inglese, poi quello alla Manchester Arena, hanno riaperto la vecchia ferita, facendola sanguinare.
L’uomo è precipitato in poco tempo in uno stato di forte depressione e ha deciso di togliersi la vita. Lunedì mattina non si è presentato al lavoro. La cosa ha insospettito i colleghi che, non riuscendo a sentirlo nemmeno al telefono, hanno avvertito la polizia. Poco dopo la triste scoperta: Walters si era suicidato. «Non voleva più vivere in un mondo dove gli attentati terroristici sembrano non finire più – ha raccontato un amico, in lacrime – Lui è la 23esima vittima, anche se indiretta, dell’attentato di Manchester».
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