Il 46enne di Farmignano, Fabio Ridolfi sarà costretto a sostenere in modo autonomo le spese per realizzare il suo desiderio di morire. Per questo motivo è stata lanciata una raccolta fondi dall’Associazione Coscioni.
Fabio Ridolfi, 46enne di Farmignano, dopo aver dovuto affrontare le pene dell’inferno non solo a causa della sua paralisi, che lo obbliga a letto ormai da 18 anni, ma anche perché pur avendo ottenuto il via libera dell’Asur Marche rispetto alla sussistenza delle condizioni per attuare il suicidio medicalmente assistito, non ha avuto alcuna informazione rispetto al farmaco e alle modalità da assumere.
Ma non è finita qui. Perché a quanto pare lo Stato non si prenderà carico neanche delle spese per l’acquisto dei farmaci e delle apparecchiature necessarie. Per questo motivo l’Associazione Coscioni ha comunicato di voler lanciare una raccolta fondi, con l’intento di aiutare Fabio a porre fine alle sue sofferenze.
Ma prima di tutto, cerchiamo di sintetizzare tutta la vicenda di Fabio Ridolfi. Il 46enne, ormai esausto della sua condizione, il 18 maggio 2022 fa un appello pubblico, con l’intento di ottenere una risposta dalle istituzioni rispetto al suicidio medicalmente assistito.
Proprio pochi giorni dopo il suo appello, giunge la valutazione dell’Azienda Sanitaria Unica Marche, la quale comunica che Fabio dispone di tutte le condizioni necessarie per poter ottenere l’aiuto medico alla morte.
Dunque Fabio Ridolfi sarebbe il secondo italiano ad aver ottenuto il via libera dalle istituzioni per il procedimento al suicidio assistito.
Purtroppo però, l’Asur Marche, dopo aver comunicato la notizia, non si è preoccupata di specificare il tipo di farmaco e le quantità che Ridolfi avrebbe dovuto poi assumere.
Dopo una serie di azioni legali, che non hanno portato ad alcuna risposta da parte delle istituzioni, Fabio Ridolfi ha deciso di ricorrere a un altro metodo per porre fine alla sua agonia. La sedazione profonda e continua.
Una scelta triste e dolorosa, soprattutto per coloro che gli vogliono bene, ma l’uomo non ha visto altra possibilità.
Purtroppo le sventure di Ridolfi non sono finite qui. Perché a quanto pare lo Stato non si prenderà carico di alcuna spesa relativa al procedimento a cui sarà sottoposto Fabio, costringendolo a sostenere di tasca sua un esborso di circa 5mila euro.
Per questo motivo l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato una raccolta fondi per aiutare Fabio a “poter finalmente scegliere sulla propria vita“.
In particolare, spiega Marco Cappato, tesoriere nazionale dell’Associazione Coscioni, sarà necessario uno strumento infusionale che costa circa 4.147,50 euro.
Dunque questo è l’ennesimo gesto che si fa per cercare di conferire finalmente a quest’uomo il diritto di scegliere sulla propria vita.
Nonostante la sua richiesta per ottenere il suicidio medialmente assistito sia stata approvata e confermata anche dalle istituzioni italiane, lo Stato non ha mosso dito per permettere a Fabio Ridolfi di realizzare concretamente la sua volontà.
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