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Dal 25 al 29 giugno scorso si è tenuta la Summer School ‘Climate change and environmental pollution and restoration’ organizzata dall’Università degli Studi di Palermo, in collaborazione con Eni, una cinque giorni finalizzata ad analizzare il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale ma anche le possibili soluzioni offerte dalla ricerca. L’evento è stato un’occasione di approfondimento per 25 ‘studenti’ – la scuola è a numero chiuso – fra dottori di ricerca, assegnisti e professionisti del settore che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con alcuni dei più importanti esperti e docenti universitari del settore sia italiani che internazionali.
Fra i temi affrontati in questa occasione, anche i casi concreti dell’Ilva di Taranto, la Terra dei fuochi e il caso di Bagnoli.
Sono intervenuti, tra gli altri, il glaciologo di fama internazionale Peter Wadhams, da anni impegnato in operazioni di carotaggio nell’Artico grazie alle quali ha ricavato modelli validi per analizzare i cambiamenti climatici, e i tre vincitori dell’Eni Award: il biologo marino Roberto Danovaro, la geologa canadese Barbara Sherwood Lollar che ha scoperto l’acqua più antica del mondo ed è impegnata nella ricerca dell’acqua su Marte, e Silvia Comba, vincitrice nella categoria giovani ricercatori e che oggi sta sviluppando la sua ricerca in azienda.
La scelta di collaborare alla realizzazione della Summer School, ha spiegato il coordinatore Gian Maria Zaccone, “rispecchia l’attenzione dell’azienda per la Sicilia e per l’Università come luogo di diffusione del sapere. I nostri premiati portano strumenti innovativi con interventi concreti che possono essere messi in atto nel breve-medio termine”.
“Vorrei considerare questa scuola un punto di partenza ma anche un primo risultato a cui farne seguire altri – ha sottolineato il rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari – Il taglio che la Summer School vuole avere è non solo teorico. L’obiettivo è illustrare le ricerche compiute sui cambiamenti climatici, sull’inquinamento ambientale ma anche le ricadute pratiche. Qui ci sono esperti che possono dire realmente cosa si può fare, quando, in che modo e con quali costi per affrontare un problema, per esempio, come quello della decontaminazione delle acque”.
In collaborazione con AdnKronos
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