La Johns Hopkins University gestisce il database più aggiornato sul Covid a livello internazionale e ha annunciato che nel mondo sono stati superati i 100 milioni di casi. Al 26 gennaio ne sono stati registrati 100.032.461. Secondo il sito Worldometer sarebbero anche di più, ovvero 100.339.568. I 50 milioni erano stati superati a novembre: in due mesi la cifra è raddoppiata.
I morti totali sono invece 2.151.272.
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, già lunedì aveva ipotizzato il raggiungimento di quota 100 milioni nel giro di pochi giorni. Durante la conferenza stampa, aveva ricordato come “esattamente un anno fa, meno di 1.500 casi di Covid-19 erano stati notificati all’Oms, inclusi 23 casi appena fuori dalla Cina“. Dopo un anno, la diffusione del Coronavirus è andata oltre le aspettative iniziali.
Sfondato il tetto dei 100 milioni di casi: USA paese più colpito
Con 25 milioni di positivi registrati da inizio pandemia, gli Stati Uniti d’America sono il paese più colpito dal Covid. Il nuovo presidente Joe Biden ha già iniziato la sua attività per contenere e contrastare la diffusione del virus, considerando quanto fatto dalla precedente amministrazione insufficiente. Infatti, sono stati bloccati i collegamenti con Europa, Brasile e Sud Africa, dove potrebbe esserci un’ulteriore variante. Una decisione drastica alla luce delle 419.000 vittime causate dal Coronavirus nel paese.
Gli altri paesi più colpiti sono India, Brasile, Russia, Regno Unito e Francia. Seguono Spagna e Italia. Non è un caso l’Unione Europea abbia stretto sui viaggi e inserito le zone rosso scuro: rimane il continente più colpito e il pericolo delle varianti è sempre più reale.
Serve il vaccino ma è scontro con AstraZeneca
Alla luce dei 100 milioni di casi, un numero impressionante, si fanno sempre più forti le pressioni su AstraZeneca, accusata di non aver rispettato il contratto di consegna delle fiale. L’Unione Europea minaccia di pubblicare il contratto, ma la casa farmaceutica sostiene di non aver violato nessun accordo e di non aver consegnato le dosi destinate all’UE ad altri paesi.
Ma il taglio del 60% dei vaccini è un problema reale per l’Europa, che non riesce a domare la pandemia. L’Agenzia Europea del Farmaco ha avviato i contatti con altre cinquanta case per cercare nuovi vaccini.