Supercar strane: un convoglio di auto dorate a Londra

auto dorate

Una plateale e futile ostentazione di ricchezza: un convoglio di supercar dorate appartenenti ad un miliardario arabo che sfilano in una delle zone più esclusive di Londra. Dorate, sì.

Ognuna di queste auto da sogno, già inaccessibili nella loro versione “base”, è stata fatta riverniciare applicando una cromatura dorata. Solo questo giochetto costa più o meno 5.000 euro a vettura. Questo inusuale corteo da mille e una notte era composto da una Rolls-Royce, una Bentley Flying Spur, una Lamborghini Aventador e un fuoristrada a sei ruote Mercedes G63. Fa quasi 1,9 milioni di euro in totale. Come si vede nella foto, uno spiritoso residente locale ha parcheggiato la sua piccola Ford Ka dietro al colossale fuoristrada e l’ha ricoperta con alcuni fogli da imballaggio, simulando una improbabile doratura.

Oltre alla colorazione pacchiana delle auto c’è un altro dettaglio curioso nella vicenda. Il corteo ha parcheggiato a lato della strada in una via dell’esclusivo quartiere di Knightsbridge (dove si trova il celebre grande magazzino Harrods, per intenderci), in una zona a pagamento orario (le nostre strisce blu). Sono rimaste in quella posizione per diverse ore, senza pagare l’intera somma dovuta. Erano quindi in sosta vietata e sono state multate. Ma qui arriva la beffa.
La multa è di 80 sterline, 100 euro; scende a 40 se pagata entro 14 giorni. E’ stato riportato che il totale delle multe prese dal proprietario in queste soste ammonta a 320 sterline, 400 euro. Quella cifra probabilmente egli la usa per dare le mance ai camerieri. Ma il lato ironico è che da quelle multe tale miliardario ricava un profitto, nel senso di un risparmio economico.
Infatti in quella zona, dove gli unici parcheggi sono delle autorimesse private, le tariffe costosissime viaggiano a 50 sterline al giorno, come minimo. Quindi, se egli incaricherà il suo staff di provvedere al pagamento entro 14 giorni, risparmierà almeno 10 sterline per ogni macchina. Fantastico. Evidentemente a Londra hanno dimenticato il concetto di rimozione forzata.

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