Quante volte ci siamo trovati ad aprire il portafogli e trovarci inondati dalle monete da 1 e 2 centesimi? Spesso, ovviamente. Da un po’ di tempo a questa parte, però, avrete sicuramente notato che quando ci rechiamo al supermercato, i commercianti non danno più come resto le monete precedentemente citate. Vi siete mai chiesti il perché? Scopriamolo insieme.
Da quando l’Euro è diventato la nostra moneta ufficiale, abbiamo imparato a familiarizzare con il nuovo conio in circolazione. Per ciò che concerne le banconote, ovviamente, non è mai stato riscontrato alcun tipo di problema, ma lo stesso non si può dire nei riguardi delle monete.
I centesimi, infatti, sono diventati il nostro incubo, specie quelli da 1 e 2 centesimi! Spesso, infatti, ci ritroviamo tali monetine in quantità quasi illimitata in ogni dove. Sparsi all’interno della borsa, ad esempio, nei portafogli e perfino nelle tasche di giacche e pantaloni. È anche capitato, inoltre, di ricevere tali monetine nei resti dei negozi, così da implementare ulteriormente la nostra “collezione” involontaria.
Da un po’ di tempo a questa parte, però, le cose sono cambiate. Quando ci rechiamo al supermercato a fare la spesa e paghiamo in contanti, infatti, il resto che riceviamo non comprende più monete da 1 e 2 centesimi, ma solo quelle dai 5 in su. Ecco, a tal proposito, tutto quello che c’è da sapere.
Resto al supermercato: che fine hanno fatto i centesimi?
Per anni abbiamo avuto i portafogli pieni di monete dal valore di 1 e 2 centesimi, insieme alla speranza che, recandoci al supermercato, i negozianti non ce ne “donassero” altri dandoci il resto. Questo, ahinoi, è accaduto quasi sempre, ma ad oggi, tale usanza sta pian piano scomparendo. Il motivo di tale cambiamento è molto semplice: le monete da 1 e 2 centesimi, infatti, non vengono più prodotte.
Nonostante la Banca Centrale Europea non abbia mai fornito dati precisi in merito al costo di produzione, si stima che per produrre monete da 1 e 2 centesimi costi più del valore delle stesse. Per lo stato, dunque, questo risulta essere altamente sconveniente.
Dopo tale decisione, ovviamente, è avvenuta una rimodulazione dei prezzi e, ad oggi, le cifre totali degli scontrini si arrotondano o per eccesso o per difetto. Quando nel totale a pagare si hanno 1 o 2 centesimi, ad esempio, essi si arrotondano a 0; i 3, 4, 6 e 7 centesimi si arrotondano a 5, mentre gli 8 e i 9, come potrete immaginare, si portano a 10.
Questo processo di arrotondamento, ovviamente, avviene sono nel caso in cui i clienti effettuano il pagamento in contanti. Se si decide di pagare tramite bancomat o carta di credito, invece, tutto ciò non è necessario.
Il valore legale persiste
Nonostante i resti non contengano più monete da 1 e 2 centesimi, i commercianti sono comunque tenuti ad accettarle in quanto, attualmente, hanno ancora valore legale. Per questo motivo, come previsto dall’articolo 693 del codice penale, nel caso in cui qualcuno si rifiutasse di ritirarle è prevista una multa che può arrivare fino a 30 €.
L’articolo 11 del regolamento numero 974/98 della Comunità Europea, però, prevede che sì, è possibile effettuare pagamenti con 1 e 2 centesimi, a patto che il numero di monete sia inferiore a 50.