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In occasione dei festeggiamenti per il primo anno del Governo Renzi, il PD ha organizzato una convention che ha inteso fare il punto sulla riforma della scuola, riprendendo le linee essenziali della Buona Scuola, che è stata presentata dal ministro Giannini e dal Premier nei mesi scorsi. Chi sperava di avere nuovi particolari sui provvedimenti che saranno intrapresi dall’esecutivo proprio sulla scuola italiana è rimasto deluso, perché, durante la convention, il Presidente del Consiglio ha detto chiaramente che i tecnicismi saranno spiegati nel decreto legge e nel disegno di legge per la riforma che Palazzo Chigi dovrebbe varare entro la fine del mese.
Il 27 febbraio il Governo porterà in Consiglio dei Ministri dei provvedimenti, per definire tutti i dettagli. Nel frattempo si susseguono le indiscrezioni e le polemiche e viene posto sul tavolo quella che da Renzi viene annunciata come una sorta di rivoluzione. Si tratta dell’organico funzionale, di docente a disposizione delle scuole, per le supplenze, per il tempo pieno e per tutte le esigenze degli istituti.
Lo slogan del ministro dell’Istruzione Giannini è quello dell’eliminazione delle graduatorie ad esaurimento e dell’immissione in ruolo per i precari storici. Dal 2016 si entrerà soltanto per concorso pubblico. Il tutto a fronte di una sentenza europea che aveva dato ragione ai precari con 36 mesi di servizio. Si attendono rivoluzioni anche per quanto riguarda gli aumenti di stipendio, che non saranno più legati all’anzianità di servizio, ma agli scatti di merito.
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Il Premier ha detto che sarà importante puntare su un’integrazione linguistica e geografica e molti sono i casi toccati. In particolare il ministro Giannini ha detto che si adopereranno perché l’italiano non diventi la prima lingua straniera parlata in Italia e poi ha fatto riferimento al caso del bambino autistico lasciato solo in un’aula, in una scuola vicino Roma. Renzi è stato contestato da alcuni precari presenti e critiche sono arrivate da parte dei sindacati, che hanno fatto presente come, a parer loro, non ci sarà nessuna soluzione vera per i precari.
Graduatorie ad esaurimento, supplenze, organico funzionale
Niente più graduatorie a esaurimento e nuove graduatorie d’istituto con l’obiettivo di arrivare all’assunzione dei docenti solo tramite concorso. La riforma della scuola presentata da Matteo Renzi e Stefania Giannini con il nome di la Buona Scuola, promette di cambiare il sistema delle graduatorie, a iniziare da quelle a esaurimento e passando a quelle d’istituto. Il nodo centrale è l’abolizione delle supplenze così come le conosciamo oggi che porta all’assunzione di 150mila precari storici in un anno, a partire dall’anno scolastico 2015-2016: il 90% di queste assunzioni avverrà tra i precari delle GAE, portando alla loro abolizione dall’anno scolastico successivo. Cambieranno, secondo la riforma, anche le graduatorie di istituto: come?
Il passaggio fondamentale è il ragionamento “in termini di organico funzionale e non di diritto”, ha chiarito la Giannini. “All’inizio della scuola si sa già quante persone mancano”, ha spiegato. Tutto ruota tra l’organico di diritto, cioè quanto viene assegnato all’inizio dell’anno a ogni scuola in base al numero degli iscritti, la formazione delle classi e il trend degli ultimi anni, e l’organico funzionale, quello che realmente serve per il funzionamento dell’istituto.
I supplenti dovranno rientrare già all’inizio dell’anno nell’organico funzionale, diventando parte dell’istituto per coprire tutte le evenienze, come le supplenze lunghe o anche quelle brevi, e le attività extra che non possono essere assegnate agli insegnanti di ruolo. Il bacino di “supplenti organici” sarebbe ripartito probabilmente su una rete di scuole piuttosto che su un singolo istituto, ma in ogni caso ci sarebbero dei benefici.
Si aprono così, secondo il governo le porte per 150mila assunzioni di precari e gli alunni potrebbero avere figure di riferimento stabili, avendo la continuità didattica protratta nel tempo. Il percorso formativo sarebbe omogeneo, distribuito con coerenza e non con incarichi assegnato di “dovere” un po’ a caso.
In questo modo si affronterà anche il problema dei precari storici, che, dopo una vita passata in graduatoria, non hanno ancora un posto di ruolo e che per questo si sono già rivolti alla Corte di Giustizia europea, in attesa di un giudizio che dovrebbe arrivare presto.
Rimangono le supplenze brevi . Oggi, le supplenze vengono gestite con le Graduatorie d’istituto, le Gi, liste aggiornate ogni tre anni in cui sono inseriti docenti da tutto il Paese che non hanno i requisiti per una cattedra a tempo indeterminato. Al momento le Gi contano 460mila iscritti che, con l’abolizione delle supplenze, avrebbero incarichi ridotti nel tempo e nelle possibilità. Visto che le supplenze dovranno essere gestite per lo più interamente, i precari delle Gi vedrebbero assottigliarsi le possibilità di un lavoro, anche se precario, che rappresenta l’unico modo per lavorare nel mondo della scuola e salire di graduatoria.
Come cambiano le graduatorie d’stituto
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“Le graduatorie di istituto verranno mantenute ma: (1) con una sola fascia; (2) riservata a tutti (e solo) gli abilitati, che potrebbero essere chiamati nei (pochi) casi in cui, nonostante il piano assunzionale straordinario, e la nuova assegnazione alle scuole o reti di scuole di docenti su cattedra e di “docenti dell’autonomia”, non si riuscisse – in particolare per limiti di mobilità geografica – a coprire tutte le supplenze con il corpo docente di ruolo”. Così si legge nel documento presentato dal governo sul sito passodopopasso.italia.it.
L’obiettivo principale è l’eliminazione delle graduatorie e l’assunzione negli anni a venire solo tramite concorso. Nel frattempo, la riforma della scuola prevede l’assunzione di tutti gli iscritti alle GAE e quindi la loro cancellazione come fascia I dalle Gi. Sarà cancellata anche la III fascia, con il mantenimento della fascia solo agli abilitati chiamati a coprire gli eventuali buchi o supplenze brevi. Cosa succederà agli iscritti della fascia destinata a sparire?
Secondo il documento “molti di coloro che erano iscritti in quest’ultima hanno avuto, di recente, l’occasione di abilitarsi”, cosa che porta la maggior parte ad avere pochissimi punti. “Oltre 93 mila degli iscritti attualmente in terza fascia – quindi più della metà di coloro che saranno iscritti al termine dell’aggiornamento in corso in queste settimane – hanno insegnato complessivamente meno di un mese. Se prendiamo 12 punti, e quindi un anno almeno complessivamente, il numero sale a circa 100.500, ciò vuol dire che solo l’8% di tutti coloro che hanno maturato fino ad un anno di supplenze ne ha maturato, in realtà, più di un mese in tutta la propria vita”. Gli iscritti dunque dovrebbero passare nell’unica fascia con l’abilitazione, arrivando poi all’assunzione con il concorso.
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