A presiedere la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei dell’8 maggio 2017 c’era il cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo Metropolita di Agrigento e Presidente della Caritas Italiana, che ha parlato davanti a migliaia di fedeli, oltre 50mila secondo le prime stime, durante l’omelia della celebrazione eucaristica che si è svolta questa mattina nel santuario della Madonna di Pompei. Ai fedeli, che hanno invocato la Madonna recitando la famosa supplica scritta dal Beato Bartolo Longo, il cardinale Montenegro ha chiesto di impegnarsi in opere di carità.
OPERE DI CARITA’ OLTRE LE PREGHIERE
“La carità, come una molla, ci spinge incontro all’altro per regalargli ciò che siamo e quello che abbiamo”, ha detto il cardinale Francesco Montenegro, ricordando le tante forme di povertà e di disagio sociale presenti anche in Italia, chiedendo ai fedeli un’opera di carità: “Pensate a quanto bene verrebbe fuori se tutti noi che oggi recitiamo la Supplica alla Madonna di Pompei decidessimo di fare un’opera concreta di carità! Sarebbe già una rivoluzione! Tante persone riuscirebbero a sorridere un po’”.
I POVERI SONO TUTTI UGUALI, ‘MARIA INSEGNA L’AMORE SENZA SE E SENZA MA’
“Il Signore non si accontenta di belle, vuote e gratuite dichiarazioni d’amore, richiede carità concreta con i fatti e nella verità, capace di riconoscere le situazioni di necessità per riconoscere chi è senza tetto o senza pane, che sia un nostro connazionale o che sia un immigrato. Oggi assistiamo a una certa filosofia della carità, piena di ma e se. Non di rado capita di essere noi a voler scegliere i poveri che ci piacciono, escludendo senza imbarazzo tutti gli altri e dimenticando che in tutti, perciò anche negli immigrati, Gesù c’è”, sono altre parole del cardinale Francesco Montenegro durante la celebrazione eucaristica e la supplica alla Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei.
BASTA INDIFFERENZA AL GRIDO DI DOLORE DEGLI ‘ULTIMI DEL MONDO’
“Non è raro incrociare persone che non hanno nulla con cui vivere e che sono costrette a rovistare nei cassonetti della spazzatura pur di trovare qualcosa”. Montenegro ha indicato un dato per rendere l’idea degli sprechi nel nostro Paese: “In Italia si butta nelle pattumiere cibo per 8,7 miliardi di euro. È vero che non possiamo risolvere i problemi di tutti ma è anche vero che non possiamo rimanere inerti e indifferenti davanti al grido di dolore e di sofferenza dei nostri fratelli”. Infine, un ultimo pensiero alla Vergine Maria: “Lasciamoci guidare da Maria perché anche la nostra fede, il nostro quotidiano “eccomi” a Dio, diventi servizio concreto ai fratelli”.
IL TESTO DELLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
La preghiera nota come la ‘supplica alla Madonna di Pompei‘ fu scritta dal Beato Bartolo Longo nel 1883. Ecco il testo:
O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.
(Ave, o Maria)
È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia! Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.
(Ave, o Maria)
Che vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli. Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.
(Ave, o Maria)
Chiediamo la benedizione a Maria. Un’ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l’amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti. Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del vostro Santuario. Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario. O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.
(Salve Regina)