Uccisa con proposito o è stato un fatale incidente stradale? Queste sono le ipotesi sulle quali le Forze dell’Ordine stanno indagando per la morte di Alessia Sbal. Ma c’è una telefonata che incastrerebbe chi l’ha uccisa.
Il tutto è accaduto sul Grande Raccordo Anulare. Alessia è stata uccisa sulla corsia d’emergenza. Cerchiamo di capire meglio cosa è successo.
È la sera del 4 dicembre scorso quando viene segnalato un incidente su Grande Raccordo Anulare. Immediatamente accorse sul posto, le Forze dell’Ordine ed il personale sanitario del 118 non possono far altro che constatare la morte della giovane donna Alessia Sbal. L’incidente, che l’ha vista coinvolta, è avvenuto intorno alle ore 21, poco prima dello svincolo di Via Boccea.
Quali sono state le cause dell’incidente? Un tamponamento a catena? Un incidente autonomo? O Alessia è stata investita volontariamente da un altro mezzo che stava sopraggiungendo? A queste domande stanno cercando di dare una risposta gli uomini del 112, intervenuti sul posto.
Quella sera, sul lato della carreggiata dove Alessia è stata investita e uccisa, è stato il caos. Polizia Stradale, Anas e personale del 118 sono intervenuti per aiutarla ma, purtroppo, non hanno potuto far altro che constatare il suo decesso.
Le indagini sono partite immediatamente per capire l’esatta dinamica della morte della giovane. Forse non è stato un incidente, ma qualcuno ha voluto uccidere Alessia deliberatamente.
Sono state le telefonate al 112 che la giovane donna ha fatto a provare questa ipotesi. Stando a quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”, in una di queste telefonate, si sente la voce di Alessia pronunciare chiare queste parole: “Dove vai? Fermati, fermati, non mi venire addosso”.
A chi erano rivolte? Le Forze dell’Ordine hanno fermato l’autista di un tir, proprio quello che ha travolto Alessia quella sera. Perché non si è fermato? O, comunque, perché l’ha investita volontariamente? Lui si è giustificato con una frase: “Non l’ho vista, mi è comparsa davanti all’improvviso”.
Un quadro che si fa sempre più intricato per capire cosa, effettivamente, sia successo la sera dell’incidente. Andiamo con ordine. 20 minuti prima dell’incidente, Alessia era al telefono in macchina sul Grande Raccordo Anulare e, parlando proprio con la sua amica pronuncia una frase: “Mi sta tagliando la strada, ma che fa? Mi è venuto addosso, devo attaccare”. Come se qualcuno, con il mezzo che stava guidando, l’avesse deliberatamente tamponata.
Queste sono state le ultime parole pronunciate dalla giovane donna. Dopo di che, il silenzio. Stando, anche, ad alcune testimonianze, il tir che l’ha tamponata non si è fermato. Alessia non si è demoralizzata: dopo aver accostato, ha rimesso in moto la sua auto ed è partita alla rincorsa del tir.
Raggiunto il mezzo, ha chiamato il 112 per tre volte. Ed è stato durante la seconda di chiamata al numero di emergenza che si è sentita la frase pronunciata dalla donna, che stava per esser presa in pieno ed investita volutamente, dall’autista del tir.
Le indagini sono ancora in corso. L’autista del mezzo, un 47enne incensurato, è stato arrestato per omicidio stradale. Su di lui pendono anche le accuse di fuga ed omissione di soccorso poiché, dopo aver investito Alessia, ha tentato la fuga per far perdere le sue tracce.
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