Svolta clamorosa nel caso dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia. Alla cronista è stata fatta saltare in aria l’auto il 16 Ottobre 2017 e per lei non c’è stato scampo.
Un fatto che ha scosso l’opinione pubblica mondiale e, nonostante la riservatezza mantenuta a lungo sul caso, hanno lavorato congiuntamente i servizi segreti di tantissimi Paesi. Una ritorsione che ha fatto rabbrividire il mondo intero e che ha colpito una giornalista che indagava, come noto a tutti, su questioni che implicavano anche lo Stato. Ora dopo cinque anni proprio all’inizio del processo dei fratelli Degiorgio, ecco la svolta decisiva.
Curana Galizia era una giornalista e una cronista che si è fatta strada e ha cominciato a indagare in ambiti davvero scomodi dove i nomi implicati si facevano via via sempre più importanti e cominciavano anche ad esserci cariche pubbliche e imprenditori ben noti.
La giornalista nel 2015 ha acceso i riflettori sul patto tra il tycoon Yorgen Fenech, l’ex capo di gabinetto Keith Schembri e l’ex ministro dell’energia e del turismo Konrad Mizzi. Quattro gli arresti fino ad oggi.
Alla luce delle indagini emerse, Fenech è accusato di essere il mandante dell’omicidio ed entro la fine dell’anno avrà inizio anche il suo processo. Anche i suoi complici hanno patteggiato con le forze dell’ordine per avere uno sconto di pena.
Oggi, alla partenza del processo Degiorgio, dove i due fratelli erano accusati di aver fatto il lavoro manuale piazzando l’esplosivo sotto all’auto, è arrivata la svolta decisiva.
Il caso dell’attacco a Daphne Curana Galizia ha preso una piega del tutto differente oggi e lo ha fatto non appena è iniziato il processo ai fratelli Degiorgio. Si sono dichiarati fino ad oggi non colpevoli e sono entrati in tribunale sostenendo la stessa versione, ma dopo la ripresa dalla pausa la svolta decisiva.
George e Alfred Degiorgio si sono dichiarati colpevoli. Agli esecutori materiali del posizionamento della bomba è stato concesso di non avere l’ergastolo, ma 40 anni di reclusione che negli anni possono scendere consistentemente per buona condotta.
Il premier maltese Robert Abela ha subito reso pubblica la sua opinione in merito alla svolta nel caso scrivendo:
“Ci sono tre persone condannate per questo omicidio e altre 3 in attesa di essere processate. Vogliamo che piena giustizia sia fatta, per la famiglia e per Malta”.
I figli della vittima invece hanno spiegato che finalmente vedono un spiraglio di luce in una situazione che si protrae da tempo e che ha portato alla morte della loro madre.
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