[didascalia fornitore=”ansa”]Avv. Maurizio Paniz[/didascalia]
Il Movimento 5 Stelle lo aveva annunciato e ora si parte con le sforbiciate ai vitalizi dei parlamentari. Sono circa 1.240 i nomi finiti nel mirino del presidente di Montecitorio Roberto Fico, quelli che subiranno le conseguenze della delibera taglia vitalizi. Ma c’è chi è già sul piede di guerra e promette di appellarsi anche in Ue: è Maurizio Paniz, noto penalista, parlamentare del Pdl per tre legislature, colui che sostenne per primo in aula la buona fede di Berlusconi nel caso Ruby. Paniz vanta anche il primato sui ricorsi relativi ai vitalizi.
Paniz ha spiegato a Repubblica che al momento ha già raccolto 150 adesioni, ma è convinto che ne arriveranno molte altre. Il legale ha dichiarato che intende portare avanti la sua causa fino alle più alte sfere: ‘Per il momento il ricorso verrà presentato al Consiglio di giurisdizione, che è nominato dal presidente della Camera e risente del suo orientamento politico. Ma siamo pronti ad arrivare fino in Cassazione e pure in Europa, che sono sicuro metterà in discussione l’autodichia e allora faremo pure un discorso di risarcimento del danno con gli interessi, la svalutazione e quant’altro: chi nell’ufficio di presidenza ha deliberato dovrà pagare di tasca sua’. Una linea chiara e dura quella del penalista.
Tra gli ‘sforbiciati’ dalla nuova delibera ‘taglia vitalizi’ c’è anche lo stesso Paniz, il quale dovrebbe ritrovarsi un assegno decurtato di circa 2mila euro. ‘Non ho ancora deciso. Ma potrei farlo per una questione di principio: la delibera proposta da Fico è totalmente illegittima perché interviene su un diritto consolidato. Sarebbe come se da domattina si stabilisse di tagliare le pensioni ai cittadini italiani, una cosa giuridicamente folle’.
Tuttavia il ‘diritto consolidato’ si scontra con l’emblematico quesito se sia equo pagare vitalizi alti a chi ha versato pochi contributi. A tal proposito Paniz ha chiarito che in realtà il sistema è stato già corretto nel 2012 quando sono stati aboliti i vitalizi ed è stato stabilito che il trattamento per gli ex parlamentari inizia a decorrere dal 65esimo anno d’età. ‘Inoltre dal 2011 stanno tutti versando il contributo di solidarietà, pari a 500-600 euro al mese. Se proprio di equità vogliamo parlare si dovrebbe guardare altrove’, ha poi aggiunto.
Il penalista invita a spostare la lente di ingrandimento altrove, a coloro che hanno beneficiato della legge Rumor del ’70, grazie alla quale era possibile andare in pensione dopo soli 14 anni, sei mesi e un giorno di lavoro, riscattando servizio militare, gravidanza e università. Se la delibera di Fico venisse applicata a questi 737mila italiani si avrebbe un ricavo di ben 23 miliardi, ‘altro che 40 milioni’.
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