Novità per le pensioni nella legge di stabilità 2016. Il governo starebbe confermando il taglio dell’indicizzazione per le pensioni sopra quattro volte il minimo, cioè sopra i 2mila euro. La scelta di estendere al 2017-2018 il meccanismo di indicizzazione (l’adeguamento dell’assegno pensionistico all’andamento dell’indicizzazione) arriva per coprire i costi delle misure di flessibilità pensionistica, previste nella manovra. In questo modo, si vanno a coprire l’innalzamento della no tax area (la soglia sotto la quale i pensionati non pagano le tasse), che partirà dal 2017 e non dal prossimo anno; l’opzione donna (la possibilità di andare in pensione a 57 anni e con 35 anni di contributi); e il part time per gli over 63.
Le scelte in tema di flessibilità verranno così coperte dagli assegni pensionistici più alti. Già stabilita la rivalutazione automatica per il biennio 2017-2018. Per gli assegni da tre a quattro volte il minimo, fissato in 500 euro, viene riconosciuto il 95% (a fronte dell’attuale 90%); per gli assegni da quattro a cinque volte il minimo il 75%; per gli assegni da cinque a sei volte il minimo si scende al 50% contro il 75% della legislazione vigente; per gli assegni superiori a sei volte il minimo il 45% e non il 75% attuale. Per le pensioni fino a tre volte il minimo (sotto i 1.500 euro) si conferma l’indicizzazione al 100%.
Il presidente dell’Inps Tito Boeri è soddisfatto a metà. Da una parte si augurava più coraggio in tema di riforme pensionistiche soprattutto per la flessibilità in uscita, anche per garantire “il ricambio all’interno della Pubblica amministrazione”. Dall’altra riconosce aspetti positivi in particolare per la lotta alla povertà. “Credo che con legge delega sull’assistenza e con gli interventi già programmati ci siano, per la prima volta in Italia, i margini per pensare di introdurre un reddito minimo”, suo cavallo di battaglia fin dall’insediamento.