Ci sono numerosi tagli sulla pensione di febbraio 2023 e questa categoria non potrà farci proprio nulla: ecco le cifre definitive.
Ci sono moltissimi pensionati che hanno potuto godere di una rivalutazione massiccia per il nuovo anno, con pensioni aumentate di una buona percentuale. Purtroppo, non tutti potranno beneficiare di questo nuovo meccanismo di rivalutazione proprio perché i calcoli non sono a loro favore. Stiamo parlando di una categoria in particolare che noterà nel mese di febbraio una perdita ingente sulla quota, se messa in comparazione con l’annualità precedente del 2022. Con tutte le difficoltà che si sono registrate durante l’anno passato, la BCE ha dovuto cambiare la sua strategia e ha alzato man mano i tassi di interesse al pari dell’inflazione. Chi sono i pensionati penalizzati? Facciamo chiarezza.
È da tempo che si parla del meccanismo della rivalutazione, infatti questo è previsto dalla legge italiana ed è uno strumento positivo per tutti i pensionati nel 2023. Facendo conto che ci si ritrova con un aumento del 7,3% su tutte le quote, la maggior parte dei soggetti aventi diritto ha potuto tirare un bel sospiro di sollievo e trarre vantaggio dalla situazione attuale.
La Legge di Bilancio è oramai stata approvata e le fasce di reddito sono state suddivise per 7 categorie differenti. Il 7,3% di tasso per la rivalutazione è certamente uno dei più alti degli ultimi tempi, adeguato all’inflazione e ai dati ISTAT che sono stati registrati sino a novembre 2022.
Si deve quindi valutare da vicino la differenza sostanziale che c’è dagli anni passati, con un divario da non sottovalutare. Le fasce di reddito nel 2023 sono sette e suddivise in base alle quote che sono percepite alle fine del mese.
Se chi percepisce una pensione minima ha potuto constatare un buon aumento, ci sono delle quote che invece subiscono un ribasso notevole. Per fare maggiore chiarezza:
Poi ci sono le fasce alte ovvero coloro che percepiscono 8 volte o 10 volte l’assegno minimo con una rivalutazione del 47% e 37% su basi che superano i 4.000 e 5.000 euro al mese lordi.
Ancora meno per coloro che hanno assegni che sono superiori a 10 volte quello che l’assegno minimo della pensione, con una rivalutazione del 32%. Insomma, i vantaggi sono stati registrati da coloro che hanno un assegno minimo, mentre chi ha sempre avuto pensioni alte ha potuto toccare con mano una perdita.
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