Dopo un consiglio di gabinetto dove sicuramente, a vedere i risultati, il vino Toscano scorreva a fiumi, l’armata Happy Days del nostro presidente del consiglio Renzi ha partorito l’ennesima idea folgorante per traghettarci fuori da questa crisi economica: l’abolizione delle Camere di Commercio.
Idea partorita dopo la messa in vendita delle oramai famose 110 vetuste auto blu, seguita da un repentino bando di concorso per l’acquisto di 210 nuove fiammanti, dopo il dietro front consumato durante la visita del Presidente USA Obama sulla commessa, prima smentita poi ridimensionata, dei famigerati F35, meno sicuri e di certo più dispendiosi delle auto messe all’incanto su eBay. E infine dopo il tanto pubblicizzato taglio delle province per essere accorpate in enti regionali con più burocrazia e gli stessi dipendenti con un aumento salariale degli stessi pari al 30% in piu.
Già in tempi non sospetti Renzi sosteneva l’inutilità delle camere di commercio, uno dei pochi enti Italiani ad essere finanziato dalle stesse imprese, con circa 9 euro al mese per impresa, e non dal bilancio statale.
La logica vorrebbe che fossero le stesse imprese a valutarne l’operato e che queste risorse vengano spese per progetti o servizi concreti. Venendo abolite le camere di commercio chi si farà carico delle attuali 40 milioni di visure di verifica che svolgono annualmente questi enti? Attualmente le forze dell’ordine ne svolgono meno di 7 milioni. Chi si presterà a processare le controversie? La magistratura? Le camere di commercio risolvono un contenzioso mediamente in 45 giorni.
Purtroppo per noi, non esistendo paesi economicamente evoluti che siano sprovvisti di un registro imprese, non possiamo valutare quale potrebbe essere l’impatto di tale decisione.
In attesa di altre mirabolanti idee del nostro Fonzie Fiorentino, consoliamoci con la speranza di percepire quei famosi 80 euro in più in busta paga (sempre che l’abbiate la busta paga) con cui potremmo prenotarci ben 40 votazioni alle primarie PD.