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Il neo presidente della Camera Roberto Fico vuole arrivare al taglio dei vitalizi dei parlamentari entro un mese. In che modo?
La prossima settimana l’esponente M5S dovrebbe dare mandato al questore anziano della Camera – è il suo compagno di partito Riccardo Fraccaro -, oppure a tutti i tre i questori della Camera, di preparare una proposta per ricalcolare con il sistema contributivo tutti i vitalizi parlamentari.
Questo iter potrebbe essere modificato in corso d’opera. Quello che invece è certo è che l’obiettivo del M5S – e con ogni probabilità della Lega – è di arrivare ad una delibera degli uffici di presidenza di Camera e Senato che tagli questo odioso privilegio. La scelta della delibera non è casuale: un atto amministrativo interno alle Camere dovrebbe blindare questa misura, preservandola dai ricorsi che l’associazione degli ex parlamentari ha già annunciato.
Il vitalizio è stato introdotto negli anni ottanta con una delibera degli uffici di presidenza di Camera e Senato, e consisteva in un assegno che il parlamentare incassava una volta uscito dal parlamento per tutta la vita.
Il governo Monti ha trasformato, nel 2012, il vitalizio in pensione. L’assegno può essere percepito solo dai 65 anni in poi con il metodo contributivo. Questa misura riguarda solo chi occupava allora uno scranno in una delle due camere – e quelli che sono arrivati dopo.
Gli ex-parlamentari non venivano toccati, e la futura pensione dei parlamentari in carica, veniva calcolata col vecchio metodo per la parte maturata prima del 2012.
Gli ex-parlamentari sono circa 2.600, La spesa nel 2018 — secondo i dati forniti dal presidente dell’Inps Tito Boeri — dovrebbe raggiungere il livello record di 207 milioni di euro – contro i 37 milioni di contributi versati dai parlamentari.
L’Inps prevede che dopo questo livello record, l’esborso da parte dello Stato per i vitalizi parlamentari dovrebbe diminuire, scendendo sotto i 100 milioni di euro nel 2027 per poi attestarsi intorno ai 50 milioni dopo il 2040.
Quanto guadagnano gli ex-parlamentari? Il record, a quanto sembra, è quello di Publio Fiori, unico oltre i 10.000 euro, mentre in media l’importo del vitalizio è compreso tra i 2 ed i 4.000 euro al mese.
Come spiega Riccardo Fraccaro in un post sul blog delle stelle “con un ricalcolo pienamente contributivo” dei vitalizi parlamentari “potremmo risparmiare immediatamente 76 milioni all’anno” – ovvero “380 milioni in una legislatura” – ovvero anche secondo i cinque stelle non ci sarà nessuna abolizione dei vitalizi parlamentari ma solo una loro riduzione.
in questi giorni circolano diversi elenchi sui professionisti della politica a cui verrebbe tagliato questo privilegio. Tra i nomi citati più frequentemente ci sono gli ex presidenti del Senato Nicola Mancino e Franco Marini – il primo riceve un assegno di 6.939 euro al mese, frutto di 8 legislature passate in parlamento, mentre il secondo riceve un assegno mensile di 6.457 euro, dall’alto delle sue 6 legislature -, l’ex premier Massimo D’Alema, e il suo vecchio compagno di partito Walter Veltroni – entrambi godono di un vitalizio di 5.000 euro mensili -, gli ex-presidenti della Camera Gianfranco Fini – il suo assegno sfiora i 6.000 euro – e Fausto Bertinotti – 4.800 euro -, così come le ex parlamentari del partito radicale Emma Bonino – il suo vitalizio è di 6.715 euro al mese, frutto delle sue 7 legislature -, e l’ex-pornostar Ilona Staller – 2.231 euro.
Per molti di loro – quelli che hanno passato più tempo in parlamento – il ricalcolo con il contributivo non dovrebbe cambiare più di tanto l’importo dell’assegno. A vedersi decurtare pesantemente l’assegno sarebbe quegli ex deputati e senatori che hanno passato poco tempo in uno dei due rami del parlamento. Come gli l’ex radicali Angelo Pezzana o Piero Craveri, che ricevono oltre 2.000 euro al mese di vitalizio per aver fatto una settimana in parlamento.
Davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, gli ex parlamentari hanno già espresso la loro viva preoccupazione per il taglio dei loro vitalizi. Il loro presidente Antonello Falomi si è anche già rivolto a Roberto Fico, affermando che loro non potranno mai essere d’accordo con “misure che definiscano come odiosi privilegi le garanzie, anche economiche, poste dalla Costituzione Italiana a tutela dei parlamentari”. Il suo auspicio è che i presidenti delle Camere “sappiano intervenire con fermezza per interrompere una campagna d’odio che delegittima la massima espressione della sovranità popolare”.
L’associazione degli ex parlamentari è pronta a fare le barricate se il nuovo parlamento proverà a ricalcolare i vitalizi al ribasso, in nome della democrazia e pure delle “numerose vedove di ex parlamentari che hanno in quell’assegno l’unico mezzo di sostentamento”. Non ci vuole altro per dimostrare la distanza tra la casta ed il popolo.
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