Taiwan ha avvisato che le tensioni con Pechino sono in aumento, proprio mentre jet cinesi hanno nuovamente attraversato la linea mediana di demarcazione che divide l’isola dal territorio di sovranità cinese.
Il ministero della Difesa di Taiwan ha segnalato la rinnovata attività militare di Pechino oltre linea di demarcazione nello Stretto, si tratta dell’ennesima manifestazione di forza militare della Cina, che sottolinea chiaramente la volontà di tenere sotto controllo la situazione e far capire le proprie intenzioni alle autorità taiwanesi.
Il Ministero della Difesa Nazionale di Taiwan ha lanciato l’allarme sul “significativo incremento” delle tensioni con la Cina, a seguito dell’intensificarsi delle attività militari di Pechino intorno all’isola, che includono attraversamenti ripetuti della linea mediana dello Stretto di Taiwan da parte di velivoli da combattimento cinesi.
L’isola, che gode di un governo democraticamente eletto, è rivendicata dalla Cina come proprio territorio, da tre anni ormai Taipei continua a denunciare pressione militare crescente da parte di Pechino, soprattutto con voli sempre più frequenti di aerei cinesi nelle vicinanze dell’isola.
Secondo il ministero della Difesa di Taipei, martedì la Cina ha inviato 24 aerei da combattimento, tra cui caccia bombardieri e droni, oltre a cinque unità navali nei pressi di Taiwan, in quello che è stato definito un “congiunto pattugliamento di combattimento”.
L’operazione è iniziata alle nove di mattina e metà degli aerei da guerra avrebbe attraversato o sconfinato in settori appartenenti all’area di identificazione per la difesa aerea a sud-ovest di Taiwan. Taipei ha immediatamente mosso la propria forza militare per controllare la situazione e ha inviato pertanto i propri mezzi aerei, navali e sistemi missilistici di terra.
La linea mediana, che per anni ha fornito un implicito confine non scritto tra le due sponde, viene ormai regolarmente violata dall’aeronautica cinese da oltre un anno.
“Le provocazioni militari cinesi potrebbero ulteriormente accendere le tensioni, mettendo a rischio la sicurezza regionale” ha sostenuto il ministero Taiwanese che ha anche invitato Pechino a “porre fine immediatamente a tali atti unilateralI”.
Il mantenimento dello status quo nello Stretto è ritenuto cruciale per stabilità e prosperità dell’Indo-Pacifico.
Chiang, parlando con i giornalisti prima della partenza per Shanghai, ha spiegato che: “Ciò che vuole il popolo di Taiwan è pace e prosperità. Questa è la voce della gente e la ferma posizione del governo di Taipei”.
Il sindaco di Taipei ha invece voluto sottolineare come il forum cittadino rappresenti un buon canale per mantenere aperti i dialoghi e veicolare un messaggio di “valori pacifici“.
I consiglieri comunali del Partito Democratico Progressista al governo nell’isola hanno diffuso una nota congiunta invitando Chiang a “farsi portavoce delle istanze taiwanesi” e chiedere la cessazione delle manovre militari cinesi.
Pechino negli ultimi anni ha intensificato la pressione politico-militare su Taiwan, che è governata da istruzioni locali in modo autonomo, ma è riconosciuta e rivendicata dalla Cina come propria sovranità territoriale.
Tale pressione è cresciuta dall’elezione nel 2016 di Tsai Ing-wen, che non riconosce la sovranità cinese sull’isola ma è piuttosto improntata verso l’indipendenza di Taiwan.
Dopo l’annuncio della visita di Tsai anche nell’unico Paese africano ad avere rapporti formali con Taipei anziché Pechino, l’attività di sorvolo di caccia cinesi sui cieli taiwanesi è ulteriormente aumentata.
Con l’avvicinamento sempre più intenso tra Washington e Taipei, azione che viene definita interferenza inaccettabile da Pechino, si è verificata un’escalation che è arrivata al dissapore attuale, che preoccupa la comunità internazionale.
Sabato il ministero della Difesa di Taiwan ha reso noto l’avvistamento di 32 aerei da guerra e nove navi militari cinesi. Un’escalation che giunge anche dopo il via libera Usa alla vendita di sofisticate attrezzature che serviranno per potenziare i caccia taiwanesi.
Lunedì invece, il Ministero della Difesa Nazionale di Taipei ha riferito del sorvolo di un drone di produzione cinese BZK-005 sopra l’isola, lungo una rotta sempre più frequentata da velivoli senza pilota di lunga autonomia made in China.
In aprile si era evidenziata chiaramente invece la risposta cinese all’incontro tra Tsai e il presidente della Camera Usa McCarthy, dato che successivamente è stata messa in campo un’esercitazione navale e aerea che ha simulato il blocco di Taiwan.
Anche questo mese Pechino ha condotto manovre militari dopo un viaggio del vicepresidente taiwanese Lai in Paraguay, a causa degli scali effettuati negli Stati Uniti, oltre ad aver bloccato le importazioni di mango.
Per l’agenzia stampa statale cinese Xinhua le manovre sono state organizzate per lanciare un “severo avvertimento” contro la “collusione dei separatisti taiwanesi con forze straniere”.
Taiwan ha denunciato il fatto che tali esercitazioni rappresentino una escalation delle pressioni destabilizzanti cinesi, attuate in risposta a qualsiasi contatto diplomatico con partner democratici.
Ogni qualvolta che le autorità di Taiwan prendono contatto con esponenti di altre Nazioni e soprattutto con gli Usa, Pechino ribadisce che non accetterà interferenze e sottolinea come l’Occidente sia responsabile di fomentare la vena separatista piuttosto che tenere conto di ciò che è il principio di sovranità territoriale.
La questione della sovranità di Taiwan è stata oggetto di controversie per decenni. Secondo la Repubblica Popolare Cinese (RPC), Taipei fa parte del proprio territorio e quindi esige ha sovranità effettiva. Ma nonostante ciò la Repubblica di Cina (ROC) che si è stanziata poi sul territorio, ha sostenuto e sostiene che Taiwan era ed è un’entità politica separata e indipendente dalla Cina continentale.
La controversia sullo status politico di Taiwan è incentrata sulla legittimità della sua esistenza come stato sovrano e sul suo riconoscimento da parte della comunità internazionale.
Le origini del conflitto risalgono alla prima guerra sino-giapponese, combattuta alla fine del XIX secolo. L’isola di Taiwan, con i trattati dell’epoca, passò dal territorio dell’impero cinese sotto il controllo del Giappone. Nel corso degli anni, il governo di Tokyo ha imposto a Taiwan le proprie legislazioni, le proprie regole e si è cominciato a studiare il giapponese come lingua già dalla scuola primaria e ad apprendere la cultura del Paese nipponico come materia scolastica.
Dopo la sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale, il controllo dell’isola fu ceduto alla ROC. La RPC sostiene che la ROC non ha mai avuto il controllo effettivo dell’isola e che quindi la stessa non avendo avuto altra guida è sempre stata parte del territorio cinese. La controversia sulla sovranità di Taiwan è rimasta irrisolta da allora.
Quindi la questione della sovranità di Taiwan è tutt’ora oggetto di dibattito e resta un argomento complesso e controverso. Mentre la RPC sostiene che l’isola fa parte del territorio cinese, la ROC, partito che sostiene che l’isola è un’entità politica separata e indipendente dalla Cina continentale. La controversia sulla sovranità di Taiwan è rimasta irrisolta da allora.
La questione della sovranità di Taiwan è stata oggetto di astio per decenni. Mentre la RPC sostiene che l’isola fa parte del territorio cinese, la ROC sostiene che l’isola è un’entità politica indipendente dalla Cina continentale. La disputa continua a essere una fonte di tensione tra le due parti.
La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la situazione e ha chiesto alle due parti di risolvere pacificamente le loro divergenze.
L’Unione Europea ha invitato tutte le parti a mantenere la calma, agire con trasparenza e mantenere aperte le linee di comunicazione per evitare errori di calcolo che potrebbero portare a tragiche conseguenze. Gli Stati Uniti hanno espresso il loro sostegno a Taiwan e hanno invocato il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dell’isola.
Invece altri paesi come il Giappone e l’Australia hanno adottato una posizione più cauta sulla questione, cercando di mantenere buoni rapporti con entrambe le parti per poter mantenere in essere partnership strategiche ed economiche.
Le recenti mosse diplomatiche intraprese da Taiwan hanno dato via ad un percorso che secondo molti analisti ha accelerato la volontà di riunificazione di Taipei alla Cina continentale. Per il presidente Xi Jinping si tratta di una questione interna e la sovranità sul territorio taiwanese è qualcosa di sacro e inviolabile che intende presentare ad ogni costo.
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