Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ribadisce forza, coerenza e linea della coalizione di cui il suo partito fa parte, il Centrodestra, e critica invece l’accordo di matrice puramente elettorale raggiunto dal Centrosinistra.
Per il vicepresidente del Partito Popolare Europeo, l’alleanza dei partiti liberal-conservatori del Parlamento Europeo, la collocazione e i posizionamenti assunti da Forza Italia nel corso dell’attuale legislatura sono stati sempre coerenti alle idee ed al contesto nazionale ed europeo nel quale il gruppo di Silvio Berlusconi si è trovato ad operare.
Antonio Tajani non ravvisa incongruenze nella scelta di Forza Italia di togliere la fiducia al governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Eppure la scelta di Berlusconi ed epigoni di sfilarsi dalla votazione in Senato del 20 luglio decretando, insieme alla Lega, la caduta dell’esecutivo dell’ex capo della BCE, ha spiazzato molti, a cominciare da non pochi esponenti di punta del partito azzurro che hanno perciò abbandonato lo schieramento.
Tra le defezioni, le più illustri sono state senz’altro quelle dei tre ministri dimissionari (nonché storiche colonne di Forza Italia) Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta.
Nonostante ciò, per l’Eurodeputato, il partito di cui è coordinatore nazionale e vicepresidente ha saputo seguire una linea di coerenza e fermezza nel corso della legislatura che non sarà sfuggita a chi segue le mosse politiche di Berlusconi senza pregiudizi ad inficiarne la valutazione.
E sarebbe proprio su tale coerenza nella visione del futuro del Paese che si innesterebbe il programma di Forza Italia per le elezioni nazionali del 25 settembre. In tal senso Tajani annuncia lo studio di alcune misure assistenziali in favore di famiglie ed imprese martoriate dalla congiuntura internazionale: queste riguarderebbero innanzitutto i pensionati e chi non è in grado di lavorare.
Parte dei fondi, prosegue il vicepresidente di FI, sarebbero ricavati dal totale smantellamento del Reddito di Cittadinanza, misura grillina da sempre avversata dalla formazione azzurra.
Inoltre, se indicato dagli elettori per governare il Paese insieme al Centrodestra, il partito di Berlusconi si impegnerebbe a condurre una lotta tenace contro l’evasione fiscale, grave ed incancrenita piaga della Penisola.
Naturalmente, soprattutto in periodo di campagna elettorale, non poteva mancare l’attacco allo schieramento avverso e dall’altra parte dell’emiciclo ideologico: il Centrosinistra. La critica è rivolta alla recente notizia di accordo tra Partito Democratico e Azione/+Europa, cosa che paleserebbe le vere dottrine politiche sottostanti alle forze firmatarie dell’accordo.
In particolare Azione avrebbe “gettato la maschera”, asserisce l’Eurodeputato del PPE, mostrando come la sua vera vocazione non sia rivolta agli elettori moderati e liberali di centro, bensì alle battaglie della sinistra, con cui difatti ora si alleerebbe per ottenere qualche seggio in più, offrendo magari in cambio voti per approvare una legge patrimoniale nella legislatura ventura.
Gli strali più duri tuttavia sono rivolti ai vari fuoriusciti di FI che proprio nello schieramento di Calenda hanno trovato rifugio. Questi sarebbero passati dal recitare il ruolo di finti moderati a quello di valletti del Partito Democratico; dei traditori, aggiunge, che non saranno perdonati dagli elettori.
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