Arrestata per tangenti il sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia. Secondo gli inquirenti avrebbe ricevuto mazzette dall’imprenditore Alberto Di Nardi per affidare il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani sempre alla sua ditta, la Dhi. Insieme ai due sono finiti in manette anche un assessore e due consiglieri della cittadina in provincia di Caserta. I cinque sono accusati a vario titolo di corruzione, tentata induzione indebita e peculato in concorso.
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Inquietante il quadro che emerge dalle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere. De Lucia, eletta con il Popolo delle Libertà nel 2013 e oggi nelle file di Forza Italia, avrebbe utilizzato De Nardi “come bancomat personale”. Per garantirgli l’esclusiva della raccolta dei rifiuti, percepiva dall’imprenditore tra i 10 e i 15mila euro mensili. Denaro utilizzato anche per arredare casa e per viaggiare. In vacanza ad Antibes, in Francia, era andata con l’assessore Cecilia D’Anna, anche lei arrestata.
L’imprenditore avrebbe anche sponsorizzato varie iniziative promosse dal sindaco come quella contro il femminicidio, finanziata con 500 euro. 5mila euro sarebbero stati erogati invece per la realizzazione di 600 metri di luminarie di Natale sul corso. Di Nardi avrebbe inoltre pagato una tangente di 1,2 milioni di euro per l’affidamento quinquennale del servizio.
Secondo gli inquirenti “i rapporti con la Dhi Holding Industriale spa di Alberto Di Nardi ha ottenuto, tra il 2013 e il 2015, l’emissione di ordinanze di proroghe trimestrali degli affidamenti diretti del servizio di igiene urbana, comportanti un impegno di spesa di 423mila euro, in modo illegittimo sia per la mancanza dei presupposti di eccezionale e urgente necessità, sia perché eccedenti i limiti massimi di 18 mesi”.
La denuncia di una ditta concorrente ha fatto scattare i sospetti e la denuncia. Fino a quando Di Nardi è stato fermato a un finto posto di blocco con in tasca 5000 euro. “Sono per le bollette”, si sarebbe giustificato. I carabinieri non gli hanno creduto: quei soldi erano destinati al sindaco.
E così finisce nella bufera Rosa De Lucia, che era salita agli onori delle cronache per essere vittima di minacce e perché, a suo dire, stava estirpando il malaffare in politica. “Stasera per il sindaco fa caldo”, disse l’ex dipendente di una ditta comunale in una telefonata alla polizia. Una delle tante minacce rivolte al sindaco, rimasta comunque senza scorta. Un’altra persona tempo prima era salita negli uffici comunali aggredendola. “Qui la mano della politica, in passato, ha prodotto contraccolpi evidentissimi e tutti negativi. Si è amministrato facendo clientele, creando una effimera ricchezza che si è concentrata esclusivamente nelle mani di poche persone”, aveva commentato De Lucia. Mentre si arricchiva grazie allo stesso malaffare che diceva di combattere.