Fabio Rizzi, uno degli arrestati eccellenti nello scandalo delle tangenti nella sanità in Lombardia, nascondeva contanti anche nel congelatore e nella mansarda. Nell’inchiesta emerge il ruolo centrale della zarina dell’odontoiatria Maria Paola Canegrati. Il consigliere regionale della Lega Nord e “padre” della riforma della sanità lombarda, nonché fedelissimo del governatore Roberto Maroni, è stato fermato insieme ad altre venti persone per tangenti sugli appalti odontoiatrici. Il terremoto ha scosso il Carroccio e fatto esplodere la rabbia di Maroni e Matteo Salvini .
Rizzi, contanti nel congelatore
Nascondere soldi sporchi derivati da mazzette non deve essere facile. Fabio Rizzi, come hanno scoperto i carabinieri che ne hanno perquisito la casa, li aveva messi in posti improbabili. 15mila euro sono stati trovati in mansarda, 1900 euro nel congelatore, 5mila franchi svizzeri in una busta. “Voglio chiarire tutto quanto prima e difendermi dalle accuse”, ha detto dal carcere di Monza il consigliere della Lega, che avrebbe utilizzato i soldi delle tangenti per estinguere il mutuo.
Il ruolo di Maria Paola Canegrati
C’è già chi la definisce la zarina dell’odontoiatria lombarda. Stiamo parlando dell’imprenditrice Maria Paola Canegrati: secondo gli inquirenti aveva ottenuto un monopolio nell’assegnazione degli appalti. Rizzi e il suo vice Valentino Longo avrebbero favorito le società della donna in cambio di grosse somme di denaro. Canegrati, tra l’altro, avrebbe anche pagato tutta la campagna elettorale di Rizzi. “Le sostanziose elargizioni economiche ai due politici – scrive il gip di Monza – permettevano a Canegrati di ottenere la pressoché totalità degli appalti”.
Maroni, le ultime parole famose
Per il governatore Maroni, oltre al danno, pure la beffa. Il Pd ha infatti diffuso un video in cui, il 20 ottobre 2015, assicurava: “Non ci sono tangenti nel sistema sanitario lombardo che è un sistema sano. E invito alla cautela chi continua ad associare sanità in Lombardia a tangenti, perché risponderà legalmente delle sue affermazioni”. Per la serie, le ultime parole famose…
Maroni: “Sono incazzato”
Maroni, durante il consiglio d’urgenza convocato in Regione dopo gli arresti, era stato molto duro nel commentare l’accaduto. “Sono molto incazzato per quello che è successo, fermo restando la presunzione di innocenza e la fiducia nella magistratura – le sue parole, riportate dal Fatto Quotidiano – fermo restando che stiamo leggendo gli atti e verificando nel dettaglio le imputazioni. Il mio primo sentimento è di stupore e di grande delusione se le accuse fossero confermate”.
Salvini: “Chi sbaglia non merita la Lega”
Il segretario del Carroccio Salvini aveva commentato su Twitter: “Prima riflessione: chi sbaglia davvero, non merita la Lega seconda riflessione: spero che le accuse si rivelino una bufala. Terza riflessione: spero che alcuni magistrati non siano in campagna elettorale, è accaduto già troppe volte. Quarta riflessione: sono sicuro che l’eventuale errore di pochi non danneggi il lavoro delle migliaia di persone che ogni giorno mandano avanti benissimo gli ospedali in Lombardia. Quinta riflessione: sono orgoglioso di essere il segretario della Lega”.
Operazione Smile: 21 arresti
L’operazione Smile condotta dalla Procura di Monza ha portato alla luce un presunto sistema di mazzette per turbare gli appalti pubblici. Alcune gare bandite dalle aziende ospedaliere per la gestione in outsourcing di servizi odontoiatrici sarebbero state pilotate. Gli arresti sono scattati martedì mattina all’alba. I ventuno sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Dieci gli episodi di corruzione ricostruiti nel corso dell’inchiesta. In manette è finito anche Fabio Rizzi, presidente della commissione permanente sulla sanità, considerato un fedelissimo del governatore Roberto Maroni. Rizzi, medico anestesista varesotto, senatore dal 2008 al 2013, aveva firmato la riforma sanitaria in Lombardia. La moglie del consigliere è agli arresti domiciliari.
Questo il commento del presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo (Ncd): “Sul piano umano non è una notizia di cui dobbiamo rallegrarci. Sul piano istituzionale è un altro duro colpo alla credibilità di questo Consiglio regionale, che stiamo cercando di recuperare. Con il presidente Maroni abbiamo deciso di valutare se e come riprende una riflessione su quello che è accaduto, dopo la conferenza stampa della Procura di Monza”. Ancora nessun commento del presidente della Regione Lombardia Maroni, che ha convocato l’unità di crisi.
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