L’attico del cardinale Tarcisio Bertone è stato ristrutturato con i soldi destinati ai bambini poveri? Per fare luce sulla vicenda, dal Vaticano è arrivata la conferma di una indagine avviata sui finanziamenti utilizzati per la ristrutturazione dell’ampio attico dell’ex Segretario di Stato Vaticano, ma va detto che Bertone non risulta nell’elenco degli indagati, mentre figurano nella lista Giuseppe Profiti e Massimo Spina, due ex manager dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù che sono accusati di appropriazione indebita, peculato e uso illecito di denaro.
La decisione dell’apertura di una inchiesta penale vaticana è giunta in seguito alla pubblicazione del volume del giornalista dell’Espresso Emiliano Fittipaldi che ha racchiuso nel suo libro dal titolo ”Avarizia” tutti i recenti scandali finanziari avvenuti in Vaticano. Si raccontano storie che sembrano impossibili, ma invece sono definite autentiche, dovute a un importante e lungo studio di una serie di documenti ufficiali e riservati. Tra gli stralci del libro che sono stati resi noti in anteprima ci sono alcuni passaggi davvero inquietanti, come quando si citano ”ricchezze sterminate, proprietà immobiliari per quattro miliardi di euro, e offerte per la beneficenza che non vengono spese per i bambini più poveri” ma accumulate in conti e investimenti, o per le necessità dei monsignori.
Nel mirino è finito anche il cardinale Tarcisio Bertone, il cui appartamento sarebbe stato ristrutturato con i soldi della Fondazione Bambin Gesù per i bimbi malati. Il monsignore si è difeso, o così ha provato, in una intervista al Corriere: ”È una vergogna, non so come difendermi, difendersi dalle calunnie è quasi impossibile”, lamentando di essere ”una vittima di questi anni”. In questa inchiesta Bertone non risulta indagato, anche se ha sostenuto di aver pagato anche lui alcune fatture relative ai lavori interni all’attico. In seguito al polverone scaturito dalla pubblicazione del saggio di Fittipaldi, il cardinale Bertone aveva anche restituito la somma di 150 mila euro al Bambin Gesù, sotto forma di ”donazione” personale.
Quando Bertone disse ‘Non sono neanche 300 mq’”Ho lavorato al servizio dei Papi con fedeltà e dedizione, e anche al servizio del Bambin Gesù. Ho fatto tanto e ora mi ritrovo queste accuse infamanti. Non so, ormai sono nel mirino. Il nome Bertone richiama subito l’attenzione”. E l’attico ristrutturato? Sull’appartamento della discordia Bertone ha affermato: ”Sono 296 metri quadrati, non ci vivo da solo. Per i lavori ho usato 300 mila euro di risparmi miei. I 200 mila versati dalla Fondazione Bambin Gesù? Così dicono, ma io non ho autorizzato nulla”. Il suo avvocato è a lavoro per verificare cosa sia realmente accaduto: ”Nel caso venisse accertato che sono state effettuate azioni fraudolente a mio danno è chiaro, non esiterò a reagire. Vorrei vedere cosa è stato pagato e quanto, il verbale che lo testimonierebbe”. Ma Bertone non ha dubbi: ”È offensivo, un’altra delle tante accuse ingiuste e menzognere che ho ricevuto in questi anni”.
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L’attico ricostruito coi soldi dei bambini poveriUno degli argomenti più controversi trattati nel libro di Fittipaldi sono i soldi del Bambin Gesù, o meglio della ”fondazione controllata, nata nel 2008 per raccogliere denaro per i piccoli pazienti. Gli investigatori della società di revisione PricewaterhouseCoopers (PwC) nella bozza del rapporto consegnata al Vaticano il 21 marzo 2014 dedicano alla onlus italiana con sede in Vaticano alcuni passaggi della loro due diligence. Nel focus si evidenzia l’affitto di un elicottero, nel febbraio 2012, per la bellezza di 23 mila e 800 euro. Pagati sull’unghia dalla fondazione Bambin Gesù a una società di charter per trasportare monsignor Bertone dal Vaticano alla Basilicata per alcune attività di marketing svolte per conto dell’ospedale”. Ma è un’altra spesa della fondazione non pubblicata sul rapporto PwC che è molto più imbarazzante. Si tratta proprio del pagamento dei lavori della nuova casa di Bertone a palazzo San Carlo. La fondazione, definita da PwC come “un veicolo per la raccolta di fondi volti a sostenere l’assistenza, la ricerca e le attività umanitarie del Bambin Gesù” ha saldato le fatture dei lavori per un totale di circa 200mila euro, pagati all’azienda Castelli Real Estate dell’imprenditore Gianantonio Bandera. Bertone aveva già comunicato con Fittipaldi precisando: ”rispondo che il sottoscritto ha versato al medesimo governatorato la somma richiesta come mio contributo ai lavori di ristrutturazione. Non ho nulla a che vedere con altre vicende”. Ma a questo proposito Giuseppe Profiti, fino al 2015 presidente sia del Bambin Gesù che del consiglio direttivo dell’omonima fondazione, conferma invece la spesa autorizzata a favore dell’appartamento di Bertone, che pure fu criticato per la sua ampia metratura. Il pagamento sarebbe stato giustificato dal fatto che la fondazione avrebbe poi potuto contare sull’abitazione per finalità “istituzionali”. Profiti ha infatti confermato all’autore dell’inchiesta: ”È vero: con i soldi stanziati da noi è stata ristrutturata una parte della casa di Bertone. Cercando di ottenere in cambio la disponibilità di potere mettere a disposizione l’appartamento”.
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