La Tari è la tassa sui rifiuti, e quest’anno, per alcune famiglie italiane, potrebbe aumentare. Ecco quali sono i comuni interessati.
Pagare le tasse è un dovere di tutti i cittadini. A causa dei rincari ai quali ci stiamo trovando a far fronte, però, molte famiglie stanno riscontrando non poche difficoltà. Non è affatto facile, al giorno d’oggi, riuscire ad arrivare a fine mese, nonostante il governo stia facendo il possibile per mettere a disposizione dei bonus per coloro i quali non riescono più a coprire tutte le spese.
Ad aggiungersi a tutto ciò, inoltre, vi è anche un’importante novità. La Tari, ovvero, la tassa sui rifiuti, è destinata a subire un forte aumento nel corso del 2023, ma solo in alcuni comuni italiani. Questo, ovviamente, rappresenterà un’ulteriore stangata per le famiglie coinvolte, in quanto andrà a gravare ulteriormente sulla situazione economica delle stesse.
Scopriamo insieme, a tal proposito, quali saranno i comuni interessati da tale aumento e le rispettive percentuali.
Tari: dove potrebbe aumentare
Riuscire a provvedere allo smaltimento e alla raccolta dei rifiuti implica un importante impiego di denaro. Per ammortizzare tali costi è necessario che ogni utilizzatore contribuisca al pagamento della propria quota. Ed è esattamente questo, infatti, lo scopo della Tari, tassa che, nei prossimi mesi, in alcuni comuni situati nella parte meridionale della nostra penisola verrà sottoposta a un aumento.
A pagare le conseguenze maggiori di tale rincaro, dunque, sarà il sud Italia, così come ha affermato il segretario confederale Uil Ivana Veronese nel corso di un’intervista rilasciata a Il Messaggero. Quest’ultima, inoltre, si è anche soffermata a far notare che in quest’area del paese la Tari è decisamente più alta rispetto alle regioni del nord.
Pier Paolo Beretta, assessore al bilancio del comune di Napoli, ha annunciato che nel capoluogo campano la tassa sui rifiuti aumenterà del 20%; in altri comuni italiani, invece, l’aumento sarà più lieve. La giunta di Perugia, ad esempio, ha deliberato che in tale comune, per ciò che concerne l’utenza domestica, la Tari aumenterà del 4,2%, mentre per le utenze non domestica, l’aumento sarà del 4,7% circa.
A Padova, invece, nonostante l’aumento del 7% del 2022, quest’anno le utenze domestiche saranno più alte del 3,63%, mentre quelle non domestiche del 2,89%. A Torino, inoltre, si parla di un aumento dell’1,20%; ad Ancona dello 0,6%, e a Castel Maggiore, un piccolo comunque in provincia di Bologna, è previsto che la Tari aumenterà del 3%.
Non solo aumenti
In questo mare di aumenti e rincari, c’è un comune italiano in cui, al contrario, nel 2023 la Tari potrebbe essere soggetta a una diminuzione. Le famiglie residenti a Milano, infatti, potrebbero arrivare a pagare il 3,6% in meno per le utenze domestiche.
Per quanto riguarda Roma, invece, non è prevista nessuna modifica nel corso di quest’anno, complici anche i ribassi del 4% per le utenze domestiche e del 6,5% per quelle non domestiche apportati nel 2022. Secondo il sindaco della capitale Roberto Gualtieri, inoltre, la fine dei lavori inerenti al termovalorizzatore potrebbero condurre a un ulteriore ribasso del 20%.