La Tari potrebbe aumentare fino a sei euro a persona. A lanciare l’allarme è l’Anci. Secondo l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, infatti, per far fronte all’errore delle tariffe gonfiate della tassa sui rifiuti, i Comuni potrebbero aumentare l’imposta.
Insomma, per i contribuenti che hanno dovuto pagare la Tari gonfiata, si tratterebbe di una ulteriore beffa.
La Tari, introdotta nel 2014, è suddivisa in una parte fissa e una variabile. La prima, a metro quadrato, dipende dal numero dei componenti del nucleo familiare. La seconda tiene conto solo del numero di occupanti.
L’errore della Tari gonfiata è nato dal fatto che molti Comuni non hanno calcolato la parte variabile solo una volta, applicandola invece per tutte le pertinenze, come cantine e box. In questo modo la Tari è stata di fatto raddoppiata.
È vero che i cittadini hanno diritto al rimborso, ma è anche vero che i Comuni, come avverte l’Anci, devono comunque coprire il costo dello smaltimento dei rifiuti e potrebbero decidere di recuperare i soldi da rimborsare.
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«Non dovrebbe essere così, se c’è stato un errore significa che l’incasso dei Comuni è stato superiore alle previsioni. Il Mef sta predisponendo una nota che sarà diffusa nei prossimi giorni. Sicuramente i rimborsi ci saranno. Spetta ai Comuni farli quando viene rilevato l’errore», rassicura Pierpaolo Baretta, sottosegretario dell’Economia.
Eppure, secondo l’Anci, il rischio è che i Comuni, di fatto, si riprendano (con gli interessi) i soldi della Tari gonfiata da rimborsare. L’aumento rischia di arrivare fino a 6 euro a persona.