Inserire la Tari in bolletta per combattere l’evasione ma solo nei comuni in dissesto. L’emendamento della Lega alla manovra continua a far discutere, con le associazioni e i consumatori in rivolta per quella che considerano un’aggravante inutile sulla spese delle famiglie, specie quelle più in difficoltà. L’idea è quella di replicare quanto già fatto per il canone Rai in bolletta ma questa volta per la tassa sui rifiuti, ma le difficoltà sono tali che anche dal governo c’è stata una frenata. “A me piacerebbe ma non so se riusciamo, c’è qualche ritrosia. La misura aiuterebbe i comuni visto che vanno in dissesto perché non si pagano le tasse”, ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia, alla fine dei lavori della commissione Bilancio sulla manovra.
La proposta della Lega prevederebbe l’inserimento delle rate della Tari direttamente nella bolletta dell’energia elettrica ma solo per i Comuni che versano in stato di dissesto e hanno presentato un piano di rientro.
Secondo Federconsumatori si andrebbero a colpire soprattutto le famiglie in difficoltà con un aumento della spesa di oltre 50 euro al bimestre. In una nota l’associazione ha definito l’inserimento della Tari in bolletta “semplicemente impensabile”.
“Condividiamo la necessità di un contrasto all’evasione, ma la strada non è certo quella di aggravare la spesa bimestrale dei cittadini, che già a fatica arrivano a fine mese”, continua l’associazione che ne ha calcolato già il costo.
Con la proposta della Lega, “invece di pagare due volte l’anno (per un totale di 321,96 euro, si stima, per una famiglia media di 3 persone) i cittadini pagherebbero circa 53,50 euro in più ogni bimestre, aggravando la spesa già elevata per la bolletta elettrica, su cui già pesano oneri di sistema insostenibili e rincari elevati”.
A preoccupare c’è anche la difficoltà nel calcolare le rate di una tassa che è comunale e che quindi varia a seconda delle diverse amministrazioni: visti gli errori e i disguidi già avvenuti con il canone Rai in bolletta, il rischio è di avere altre situazioni simili per ogni singolo Comune.
“Alla luce di quanto accaduto non osiamo immaginare cosa potrebbe accadere con una tassa che, tra l’altro, è di competenza comunale e in passato è già stata interessata da errori (non dimentichiamo la questione della Tari sulle pertinenze per cui molti cittadini attendono ancora i rimborsi)”, prosegue Federconsumatori.
“Infine ci chiediamo con che criterio l’azienda venditrice di energia ripartisca tali introiti ai comuni e con quali costi. L’attuale formulazione dell’emendamento riguarderebbe solo i comuni in dissesto o predissesto, configurando così alcuni profili di incostituzionalità, alla luce della disparità di trattamento dei cittadini”.
“Chiediamo al Governo di non approvare tale emendamento, anzi, di predisporre al più presto una riforma equa degli oneri di sistema eliminando dalla bolletta elettrica inutili orpelli e componenti anacronistiche”, ha concluso Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori.
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