Arriva la tassa sull’aria condizionata, proprio nel periodo più caldo dell’anno è stata introdotta la tassa sul condizionatore. Il tutto è stato fatto per obbedire a due direttive dell’Unione Europea, la 2002/91/CE e la 2010/31/UE. Secondo queste direttive, i condizionatori vengono considerati simili agli impianti di riscaldamento. L’obiettivo è quello di tutelare l’ecosistema, limitando l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera.
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I proprietari di un impianto di aria condizionata devono possedere un libretto di impianto e ogni 4 anni (ma, come vedremo, non tutti) dovranno effettuare dei controlli sui condizionatori. In realtà la questione riguarda soltanto coloro che possiedono impianti di condizionamento superiori ai 12 kW.
Chi dovrà pagarla
La tassa sui condizionatori deve essere pagata da coloro che possiedono di aria condizionata superiore ai 12 kW. Non riguarda, quindi, indifferentemente tutti, perché soltanto i climatizzatori di un certo livello rientrano all’interno di questo pagamento.
I kW si calcolano moltiplicando i Btu dell’impianto per 0.000293. Facciamo un esempio per capire meglio. Se il nostro condizionatore è di 12.000 Btu (un livello abbastanza elevato), i kW saranno 3,52 e non 12. Per questo motivo è davvero molto difficile rientrare all’interno della tassa, per i comuni impianti. I controlli periodici non devono essere effettuati da chi ha un condizionatore sotto i 12 kW.
Il fatto che l’impianto debba avere un libretto non è una novità, perché la normativa è stata già approvata da tempo. Già il decreto del Presidente della Repubblica del 13 aprile 2013 imponeva libretto e controlli, che sarebbero dovuti diventare obbligatori dall’anno scorso, ma che sono stati posticipati.
Quanto costerà
Si parla di cifre molto elevate. Per il rilascio del libretto e per il primo bollino serviranno almeno 200 euro. Nel caso i condizionatori siano più di uno, si può arrivare anche a 300 euro. E’ stato calcolato che lo Stato guadagnerà un bel po’ di soldi, anche più di quelli a cui si è arrivati con la riscossione dell’Imu. In tutto l’erario dovrebbe arrivare a guadagnare 4 miliardi di euro.
Molto severe sono le sanzioni per chi non si adegua alle norme. Le sanzioni vanno da 500 a 3.000 euro per il proprietario dei condizionatori e da 1.000 a 6.000 euro per gli addetti alla manutenzione, che non abbiano seguito le regole.
Questo dovrebbe servire a rassicurare chi credeva che la tassa sul condizionatore riguardasse anche gli impianti domestici dei cittadini.