Confedilizia l’ha chiamata tassa sugli ascensori: è l’ultimo incubo che rischia di entrare nelle case degli italiani. Rischia persino di costare il doppio della Tasi. Immediata la risposta dei costruttori: ‘Renzi la elimini’. Ma nel giro di poche ore è arrivata la prima smentita dal parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Cerchiamo di capire meglio cosa sta realmente succedendo.
Tutto è nato dall’appello di Confedilizia. Secondo i costruttori:
‘Il Ministero dello Sviluppo Economico ha licenziato uno schema di dpr (decreto del Presidente della Repubblica, ndr.) che impone una verifica straordinaria degli ascensori esistenti, attribuendo ai soggetti verificatori la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico dei proprietari di caso’.
E aggiungono:
‘Si tratta di un obbligo che non è in alcun modo previsto dalla direttiva europea di cui il dpr costituisce attuazione’.
Quest’obbligo di effettuare verifiche e interventi di manutenzione ha tutto l’aspetto di una nuova tassa, che in un batter di ciglia, annullerebbe i benefici ottenuti con l’abolizione della Tasi sull’abitazione principale. Per giunta, avrebbe un valore pari al doppio di quello della Tasi stessa.
I costruttori sono altresì convinti che: ‘la sicurezza è un mero pretesto, perché cela interessi di alcune categorie che intendono lucrare a spese di condomini e proprietari di casa’.
Non si è fatta per nulla attendere la risposta del Governo, che ha dichiarato ufficialmente che non è prevista alcuna verifica straordinaria da effettuare sugli ascensori, se non per quelli istallati prima del 1999.
Il Mise ha tentato di calmare le acque, diramando una breve nota:
‘La proposta del Ministero dello Sviluppo Economico in materia di ascensori, al contrario di quanto affermato da Confedilizia, non prevede verifiche straordinarie, bensì controlli di sicurezza da svolgersi nell’ambito della prima verifica ordinaria utile. Maggiore attenzione è prevista solo per gli ascensori installati anteriormente al 1999, cioè prima dell’applicazione delle relative direttive europee in materia che hanno aumentato i requisiti di sicurezza per gli impianto’.
E aggiunge:
‘Tali ascensori, ove la proposta sia condivisa e approvata dal Governo, saranno verificati non solo con riferimento ai requisiti vigenti all’epoca, ma anche con riferimento ai più importanti requisiti di sicurezza introdotti successivamente, ad esempio per la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell’ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate’.
Infine rassicura che non può in alcun modo trattarsi di interventi ad alto costo:
‘I requisiti da verificare e che potrebbero essere quindi oggetto di intervento sono stati inoltre individuati in modo proporzionato e selettivo e, quindi, non possono determinare spese eccessive, soprattutto se, come afferma Confedilizia, le normali norme già oggi previste dovrebbero aver già indotto molti proprietari ad effettuare comunque tali verifiche’.
Dinanzi alla nota del Ministero, Confedilizia non si è certo messa l’anima in pace, anzi ha subito controreplicato, con chiarezza e determinazione:
‘Ribadiamo allora il nostro appello al Presidente Renzi affinché disponga l’eliminazione dalla bozza di provvedimento di questo ‘corpo estraneo’.
Tassa sugli ascensori? Semplici controlli di manutenzione? Al di là del nome, sembra una nuova battaglia, ancora tutta da combattere.
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